“La data finale delle primarie deve tenere conto in primo luogo di un importante passaggio tecnico. Il PD ha necessità di depositare il simbolo per le amministrative senza rischiare ricorsi. Lo Statuto infatti lascia margini di incertezza sulla titolarità del simbolo in caso di vacanza del segretario. Per questa ragione abbiamo necessità di avere un segretario formalmente eletto – quindi insediato con la prima assemblea al massimo dieci giorni dopo le primarie – entro e non oltre la data di presentazione delle liste. Ai fini della individuazione della data delle primarie, questo fatto tecnico rende impraticabile ogni soluzione che non ne tenga conto: nessun democratico può accettare l’idea che le nostre liste siano escluse da qualche tribunale. Rimangono per questo solo alcune date possibili su cui la commissione e la direzione decideranno, anche con l’attenzione di assicurare la massima partecipazione all’evento”. Così una nota di Lorenzo Guerini, presidente Commissione congresso del Pd. “Da ultimo inoltre mi sembra assurdo collegare la data delle primarie alle elezioni politiche, sia per l’oggettiva mancanza di una legge elettorale compiuta e organica sia perché, come più volte ribadito in tutte le sedi, il PD è la principale forza che sostiene il Governo e continuerà a farlo con grande determinazione. Dunque si scelga la data liberi dai retroscena e dai retro pensieri di ogni tipo”, conclude.