La mostra
Quando Giacomo Leopardi scrisse il primo dei suoi sei Idilli, l’infinito, in un mese imprecisato del 1819, ma forse in autunno, ha 21 anni, trascorsi a suo dire in una sorta di reclusione domestica sia pur dorata, dalla quale ora sogna ardentemente di evadere.
Evadere, fuggire da quella che sente una opprimente prigionia, poiché alla natura non importa nulla dell’umanità: la candida luna sorge, immutabile, tanto su Roma nascente e gloriosa, quanto sulle sue rovine, poiché il tedio e il nulla sono le sciagure del mondo attuale, eccolo scrivere in gran segreto al Conte Saverio Broglio di Macerata, amico di famiglia, per ottenere un “passaporto” per il Lombardo-Veneto.
Si era procurato anche gli strumenti per forzare lo stipo dove venivano custoditi i soldi, scriverà una lettera terribile al padre (anticipando la disperazione di quella celeberrima di Franz Kafka al suo), ma il sotterfugio di Giacomo verrà scoperto, la sua vita di affanni e tribolazioni anche fisiche, riprenderà di nuovo il suo iter di sconforto, eppure i suoi giorni approderanno in quell’autunno, a quei versi di raro incanto, se non d’unica straordinaria interiorità.
A quel sospiro misterioso del mondo che, pur smarrendosi, Leopardi cercherà in versi sublimi di decifrare, ascoltandolo per pochi attimi divenuti con lui e per lui, eternità.
A quella poesia breve che si innalza a vette di inarrivabile unicità, Sperlonga, i suoi orizzonti azzurrini, le sue lontananze e trasparenze marine ai confini del cielo, ha voluto dedicare, ordinata dalla sua Amministrazione Comunale, una mostra che si misurasse, evocandola, con quella che è ritenuta da molta della critica e della filologia, la più bella delle poesie al mondo.
15 pittori, alcuni di loro storicizzati con esposizioni alla Quadriennale se non alla Biennale di Venezia, con giovani e meno giovani di talento, oltre a 8 fotografi tutti scelti e invitati nelle due rispettive discipline, perché dediti al racconto del reale, hanno accettato questa sfida tellurica, contenendola in un vincolante spazio figurativo di 50×50 cm.
Da esporsi gli uni, nel piano terra della incomparabile Torre Truglia, gli altri, i fotografi, nel suggestivo e malioso spazio dell’odierno Auditorium della cittadina laziale. Questa, gemellandosi per l’occasione con la vicina Fondi i cui studenti saranno coinvolti invece in una singolare sfida artistica sulla celebre poesia svincolata dall’obbligo scolastico, per i 40 giorni della mostra, diverrà l’epicentro de L’infinito leopardiano.
Tema questo incontenibile, eppure sfidato da una suggestione intima che ha coinvolto ognuno degli artisti in un compito che intende essere un tributo al genio di un uomo magnifico dalla vita tanto tribolata, ma la cui forza, il cui spessore di pensiero sono tra i più stimolanti al mondo, e non solo quello della poesia.
Gli artisti
I pittori:
Valeria Cademartori, Ennio Calabria, Massimo Campi, Sergio Ceccotti, Gioxe De Micheli, Paolo Giorgi, Alessandra Giovannoni, Franco Mulas, Germano Paolini, Marco Pascarella, Daniela Pasti, Simone Piccioni, Ruggero Savinio, Alessandro Sicioldr.
Lo scultore:
Giuliano Vangi.
I fotografi:
Andrea Amadori, Felice Andreis, Carlo Bonazza, Raniero Botti, Luca Mariani, Claudia Medici, Luca Tamagnini, Maurizio Valdarnini.
Sperlonga, Torre Truglia e Auditorium
Inaugurazione: 2 giugno 2019
Le mostre resteranno aperte dal 2 giugno al 7 luglio.
Orari :
Auditorium, dal lunedi alla domenica al mattino, ore 9-13
Pomeriggio ore 17- 19 il lunedi/da martedi a domenica ore 17-20
Torre Truglia, dal lunedi alla domenica al mattino ore 9-13, pomeriggio ore 17-20
Per informazioni: tel. 0771 557000 tutti i giorni ore 10-13/16,30-19
Catalogo: Comune di Sperlonga