Ritorniamo a parlare dell’ennesimo evento negativo che si è svolto in maniera plateale presso il Cup dell’ospedale di Terracina, che ha visto come protagonista un utente che in un momento di profonda “rabbia” ha quasi divelto il vetro blindato di uno degli sportelli di prenotazione dei servizi sanitarie.
Lo facciamo partendo dal fatto che l’articolo che riportava l’accadimento ha totalizzato, solo sulla nostra pagina, oltre 10 mila visualizzazioni, con una marea di like e commenti, segno evidente che il tema sanità è oltremodo sentito in un contesto storico di grande difficoltà del delicato settore dell’offerta sanitaria pubblica.
Puntiamo spesso i nostri riflettori sulle dinamiche che coinvolgono il Cup di Terracina, ma è chiaro che il processo di dibattito raggruppa anche i tanti servizi importanti affidati a private ditte che li appaltano al massimo ribasso dalla Regione Lazio.
Pensiamo al servizio mensa, a quello di sporzionamento e distribuzione dei pasti, al servizio farmacia, a quello dei portantini e delle pulizie generali all’intero della struttura ospedaliera come all’esterno, oltre al servizio Recup e Cup.
L’esternalizzazione di questi servizi avvenuta intorno al 1992 ha stravolto l’intera organizzazione delle Asl, che tutte queste incombenze gestivano in proprio.
Questo principio di organizzazione denominato “make or buy” consiste nella valutazione da parte dei dirigenti circa l’opportunità di gestire un servizio o una attività direttamente allo scopo di garantire un controllo diretto sull’attività e sulla qualità del servizio o di affidarlo a imprese esterne riducendo così i costi fissi.
Un percorso che si è rivelato negli anni un completo fallimento: i costi dei servizi esternalizzati sono tutti quintuplicati e il controllo sugli stessi da parte della dirigenza Asl è soltanto minimale e in alcuni casi nullo, che ha creato di fatto un esercito di lavoratori sottopagati e incapaci di condurre una vita dignitosa.
A ben guardare è come la storiaccia che sta avvenendo in Russia in queste ultime ore: se affidi ai “mercenari” le attività strategiche di una nazione c’è sempre il rischio che tirino solo per i loro interessi e meno, molto meno per l’interesse generale.
Abiurare alla missione della gestione in proprio dei servizi sanitari, affidandoli a “mercenari” super pagati non è stata una genialata pagante, perché come tutti possono costatare tali servizi, spesso, sono solo sulla carta dei presunti diritti alla salute del cittadino.
Un insegnamento e un monito per chiunque voglia affidare ancora ai privati i servizi pubblici, specialmente quelli in ambito sanitario.
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