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Pesticidi nelle acque, Geologi Lazio: “La nostra regione indietro nel monitoraggio. Ritardo inaccettabile”

scritto da Redazione
Pesticidi nelle acque, Geologi Lazio: “La nostra regione indietro nel monitoraggio. Ritardo inaccettabile”

Troncarelli e Vagni commentano duramente i dati, relativi al Lazio, pubblicati nel rapporto Ispra 2016, che evidenzia i risultati del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterrane svolto negli anni 2013-2014: “La rete di monitoraggio del Lazio è molto limitata e non rappresentativa del possibile impatto dei pesticidi nelle acque. Arpa e Regione devono attivarsi immediatamente”

“Recentemente l’Ispra ha pubblicato il rapporto nazionale sulla presenza di pesticidi nelle acque al fine di fornire su base regolare le informazioni sulla qualità della risorsa idrica in relazione ai rischi di tali sostanze. E il Lazio è tra le regioni più indietro nel monitoraggio di queste sostanze sia nelle acque superficiali che sotterranee”. È preoccupante il monito del presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli, in seguito alla pubblicazione del rapporto Ispra, risultato di una complessa attività che coinvolge le Regioni e le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, che effettuano le indagini sul territorio e trasmettono i dati all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Rapporto che evidenzia i risultati del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterrane svolto negli anni 2013-2014. “E nel caso del nostro territorio regionale, appunto, – ricorda il tesoriere dell’Ordine dei Geologi Lazio, Fabrizio Vagni – i numeri sono alquanto allarmanti. Nel rapporto Ispra si legge che la rete di monitoraggio del Lazio, come già segnalato in passato, è molto limitata e non rappresentativa del possibile impatto dei pesticidi nelle acque. I dati si riferiscono solo a 21 pozzi e 5 punti di prelievo per le acque superficiali, in entrambi i casi molto al di sotto dei valori della media nazionale. Non sono monitorati i principali corpi idrici di superficie e la densità dei punti della rete sotterranea è tra le più basse fra quelle delle regioni che hanno inviato informazioni”. Il ritardo del Lazio è inaccettabile oltre che per la presenza della Capitale, anche al confronto con le regioni limitrofe sia di dimensioni paragonabili (Toscana), che più piccole, come Umbria e Abruzzo.

Sempre il rapporto Ispra evidenzia livelli di contaminazione significativi, a livello nazionale: nel 2014 il 21,3% dei punti di monitoraggio di acque superficiali e il 6,9% di quelle sotterranee hanno presentato pesticidi in quantità superiore agli standard di qualità ambientale definiti dalle normative. Nel Lazio il superamento dei limiti di qualità ambientale è riscontrato in 2 punti delle acque superficiali (40,0% del totale) e in 1 punto delle acque sotterranee (4,8% del totale), ma il quantitativo dei punti di monitoraggio è talmente esiguo che il dato percentuale non è rappresentativo della situazione a livello regionale. “Ci si augura che con la recente approvazione da parte della Regione Lazio del nuovo regolamento dell’Agenzia Arpa Lazio – afferma il tesoriere dell’Ordine dei Geologi Lazio – la situazione possa rapidamente migliorare e che nei previsti piani di incremento del personale (+10%) la figura del geologo sia adeguatamente rappresentata in quanto essenziale nella comprensione dell’idrodinamica delle falde sotterranee e dei processi d’interazione tra suolo, sottosuolo e acqua. La conoscenza, attraverso il monitoraggio continuo e rigoroso, è alla base di una corretta gestione ambientale che tuteli la salute dei cittadini, senza creare allarmismi, e indirizzi le scelte nell’uso del suolo e nelle pratiche agronomiche in una Regione con aree fortemente vocate all’agricoltura e con produzioni di eccellenza”.

Duro anche il commento del presidente Troncarelli: “La Regione Lazio sulle tematiche ambientali si colloca ancora una volta agli ultimi posti tra le regioni italiane. Inoltre, anche “grazie” ad Arpa, è più attiva nella gestione in termini burocratici che non nella fattiva soluzione di problemi gravi e annosi, come le bonifiche, i piani di caratterizzazione e le analisi di rischio, con il frequente ricorso ad interpretazioni letterali e pedisseque, quasi da inquisizione, della norma, piuttosto che letture elastiche e specifiche per ogni singola situazione, come sarebbe auspicabile se l’interesse collettivo fosse veramente l’obiettivo ispiratore di tanta pignoleria nelle procedure. Fa eccezione qualche funzionario solerte e intelligente che – conclude Troncarelli -, assumendosi delle responsabilità, dà una interpretazione della norma in favore della risoluzione dei problemi, anziché dell’ingessatura degli stessi, conseguente ad una visione ferrea della normativa”.

 

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