I legali di Franco Fiorito hanno presentato due ricorsi in Cassazione, entrambi discussi oggi nell’udienza a porte chiuse. Uno contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Roma il 1 ottobre scorso e confermata dal tribunale del riesame il 9 ottobre; e l’altro ricorso contro il sequestro preventivo di alcuni beni dell’ex capogruppo Pdl al consiglio regionale disposto dal gip di Roma il 3 ottobre 2012.
Su entrambi i ricorsi il pg di Cassazione in udienza si è espresso per il rigetto e quindi per la conferma della custodia in carcere e del sequestro preventivo di alcune proprietà di Fiorito tra le quali la villa al Circeo e la jeep comprata per l’emergenza neve a Roma oltre a sette conti correnti italiani e quattro all’estero. Gli avvocati di Fiorito, Carlo Taormina e Enrico Pavia, nei ricorsi in Cassazione hanno sostenuto la non corretta qualificazione giuridica del reato contestato a Fiorito accusato di peculato per essersi appropriato di quasi 1 milione 400 mila euro dalle casse del Pdl in consiglio regionale. Secondo i legali, infatti, non si tratterebbe di peculato ma di presunta appropriazione indebita, e se venisse accolta la tesi della difesa da parte dei giudici di Cassazione questo farebbe cadere sia la custodia cautelare in carcere sia il sequestro preventivo.