Torna a riaccendere i riflettori sugli sversamenti di rifiuti non identificati su alcuni terreni tra la Migliara 48 e 51, nel territorio di Pontinia, il comitato Mazzocchio. Sversamenti di materiale ignoto, che il sindaco di Pontinia Carlo Medici, in un’intervista, aveva riconosciuto come compost non maturo proveniente dallo stabilimento Sep.
“La Regione Lazio– scrivono dal comitato – se ne è lavata le mani confermando soltanto che quel materiale, che si ipotizza sia rifiuto, debba essere rimosso, scaricando la responsabilità sui proprietari dei terreni e sul sindaco di Pontinia. Un atteggiamento che non solo riteniamo irresponsabile e indegno di un’istituzione che dovrebbe proteggere noi cittadini ma che soprattutto non ci darà risposte. Ammesso che si rimuova quel materiale, chi dirà che cosa è stato sversato per giorni e per settimane è rimasto mischiato con il terreno?”
Per il comitato si pone un problema non solo di salute pubblica ma anche di tutela dell’equilibrio socio-economico della zona: “l’area industriale di Mazzocchio è a vocazione quasi esclusivamente agricola e zootecnica. Va chiarita innanzitutto la provenienza di quel materiale che a prima vista può apparire come compost, palesemente non conforme ai dettami della legge, visto che in provincia ci sono almeno tre impianti di compostaggio. Occorre poi capire chi abbia rilasciato autorizzazioni per poter spandere quel materiale, così da capire quali siano effettivamente i terreni interessati. Dopo questo monitoraggio è assolutamente necessario capire la natura del materiale e la sua pericolosità. Quei terreni sono coltivati o coltivabili? I prodotti hanno subìto modificazioni dei loro valori qualitativi? Sono commerciabili? In gioco ci sono anche milioni di euro di fatturato che le decine di allevatori e agricoltori movimentano grazie al duro lavoro di ogni giorno”.
Non manca una riflessione sull’audizione in commissione regionale Ambiente convocata per domani, mercoledì 27 settembre, per parlare dei miasmi prodotti da Sep: E’ stata la Regione ad autorizzarlo e ad autorizzare l’aumento in deroga dei conferimenti. La Regione ha già inviato più volte i tecnici dell’Arpa e sempre la Regione ha letto tutte le nostre denunce corredate da foto, video e testimonianze. Domani parleremo ancora della situazione che dovrebbe essere ben nota, poi ci aspettiamo dei fatti. Ribadiamo che non siamo contrari alla presenza di Sep sul nostro territorio né alla sua attività. Chiediamo però che lavori rispettando la legge. Basterebbe controllare il prodotto in uscita e verificare l’origine dei miasmi per prendere dei provvedimenti che ad oggi non sono però mai stati presi. Certo ci chiediamo anche chi possa controllare effettivamente questo prodotto in uscita per cui occorre verificare il rispetto delle caratteristiche chimico-fisiche previste dalla legge. Noi crediamo che dopo anni di immobilismo e dopo anni di rassicurazioni con i controlli Arpa che hanno verificato la produzione di compost di qualità (che sembra una conclusione non rispondente alla realtà visto quanto accade e stando anche ad alcuni articoli di stampa), sia necessario che i controlli vengano eseguiti sotto il monitoraggio del ministero della Salute, con l’ausilio della Asl e magari anche in contraddittorio con alcuni laboratori esterni. Ci sono delle normative nazionali, per non parlare di quelle Comunitarie, che obbligano le istituzioni a vigilare e a dare delle risposte ai cittadini. Ne elenchiamo solo alcune che siamo certo i nostri interlocutori conoscano benissimo: D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203 “Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360, e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell’aria, relativamente a specifici
agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15
della legge 16 aprile 1987, n. 18”. D.P.C.M. 21 luglio 1989 “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni, ai sensi dell’articolo 9 della legge 8 luglio 1986, n. 349, per l’attuazione e l’interpretazione del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante norme in materia di qualità dell’aria relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto da impianti industriali”. D.M. 12 luglio 1990 “Linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione. Il tutto racchiuso nelle cosiddette migliori tecniche disponibili, meglio note con l’acronimo inglese di BAT (“Best Available Techniques”), da rispettare ai fini del rilascio, da parte delle autorità competenti nazionali e regionali, dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA). Purtroppo in questi mesi, nostro malgrado, abbiamo dovuto studiare per cercare risposte che altri avrebbero dovuto darci, ora aspettiamo i fatti da chi è demandato a produrli”.