A Pontinia alle 18, nell’aula consiliare, i vertici regionali della lega italiana tumori si riuniscono per lanciare la campagna di prevenzione della lotta contro il cancro della mammella.
L’ultimo dossier ci conferma che il tumore più diffuso è proprio quello della mammella.
Il numero di nuovi casi di tumore nel nostro Paese è aumentato, raggiungendo quota 373.300. In pratica 4.300 diagnosi in più dello scorso anno. Il tumore più frequente è diventato quello della mammella con 52.800 nuovi casi, seguono il cancro del colon-retto (51.300) e del polmone (41.500). Oggi 3,4 milioni di italiani vivono con una diagnosi di cancro e, rispetto a otto anni fa, sono aumentati di quasi un terzo quelli che si possono considerare guariti. È questa la fotografia dell’universo cancro che emerge dal rapporto “I numeri del cancro in Italia 2018” dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Associazione Italiana Registri Tumori (AirTum), Fondazione Aiom e Passi (Progressi Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), presentato ieri al Ministero della Salute.
La battaglia per cambiare gli stili di vita sbagliati
Una crescita di diagnosi, accompagnata da appelli per la prevenzione ma che non stupisce gli oncologi: «Da tempo, ormai, ci aspettiamo un costante aumento annuo dell’incidenza per l’azione combinata di molteplici fattori – spiega Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano, primo Irccs oncologico del Paese – Non abbiamo combattuto a sufficienza i fattori di rischio legati agli stili di vita, come una scorretta alimentazione, la sedentarietà, l’abitudine al fumo (che causa 93mila morti l’anno) e all’alcol. Secondo alcune stime, agire su questi fattori di rischio consentirebbe di evitare il 30% dei casi di tumore. Non bisogna dimenticare l’invecchiamento della popolazione, la diagnosi precoce e i programmi di screening che permettono di individuare casi che prima rimanevano misconosciuti». Infine, diventa sempre più difficile ignorare l’inquinamento, distribuito in modo non omogeneo sul territorio e difficilmente modificabile dal singolo individuo.
Convivere con una diagnosi di tumore
Sono in costante aumento gli italiani che vivono con una diagnosi di tumore, quasi 3,4 milioni, il 6% della popolazione. «Ciò è dovuto sia all’aumento dell’incidenza dei tumori sia alla nostra capacità di curarli, tanto che – spiega Apolone – Il numero di sopravvissuti e dei lungo-sopravviventi liberi da malattia, che possiamo considerare guariti e che non si stanno sottoponendo ad alcuna terapia, è destinato ad aumentare, con tutte le conseguenze della cronicizzazione della malattia e dei nuovi bisogni».
«Negli uomini continua il calo dei tumori del polmone e della prostata e nelle donne dell’utero e dell’ovaio. Nella popolazione generale, diminuiscono le neoplasie dello stomaco e del colon-retto – ha detto Stefania Gori, presidente nazionale Aiom – Crescono però quelle del pancreas, della tiroide e il melanoma, e, nelle donne, i tumori della mammella e del polmone, quest’ultimo per la sempre maggiore diffusione dell’abitudine al fumo nella popolazione femminile».
Il Meridione meglio del resto d’Italia
La pubblicazione mostra anche che i tumori colpiscono meno nel Meridione, infatti il tasso d’incidenza è più basso del 13% tra gli uomini e del 16% tra le donne al Sud rispetto al Nord: «Un dato complesso da spiegare ma che tiene conto di fattori genetici e ambientali, alcuni protettivi come una minore esposizione a fattori cancerogeni, ma anche della minor partecipazione agli screening». Una simile disomogeneità territoriale, infatti, emerge anche in altri Paesi europei che si sta ancora cercando di spiegare. Ma “I numeri del cancro 2018 in Italia” indicano anche le nuove sfide: trovare nuove e più efficaci terapie e riuscire a soddisfare i bisogni della sempre crescente popolazione di pazienti. (Fonte La Stampa )