Potere al Popolo continua a sostenere la battaglia di Nina, studentessa che ha dovuto ritirarsi dal quinto anno del Liceo Sabin per non perdere la possibilità di svolgere l’esame di Maturità.
Non possiamo permettere che – in una società incapace di dare prospettive ai propri giovani e a chi parte più svantaggiato – l’istituzione scolastica diventi un filtro per premiare chi può competere e per lasciare indietro chi risulta inadeguato a sgomitare per farsi spazio. È infatti secondo questa logica che tutte le riforme degli ultimi decenni hanno contribuito a costruire un modello di scuola competitivo, produttivista e classista, dove la capacità di costruire equità per uniformare le condizioni di partenza è sempre più un ricordo di un ideale di scuola che se mai è esistito non è certamente quello cui si tende oggi. L’uguaglianza rimane un principio solo formale, dove già nell’orientamento dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado spesso si rispecchiano i criteri classisti che dividono le scuole di serie A da quelle di serie B, come anche recenti fatti di cronaca ci raccontano da tutta Italia.
Anche a Bologna, città che ha provato a vantare un sistema scolastico refrattario a cedere alla slavina che incombe su questa istituzione, si vedono le crepe ormai profonde di un inesorabile processo di smantellamento del diritto allo studio e della promozione di un futuro migliore per tutti i ragazzi e le ragazze. La Scuola pubblica è sempre più carente di fondi, il corpo docente è sempre più precario (addirittura sono ormai uno standard percorsi a pagamento come quelli per il TFA degli insegnanti di sostegno), la realizzazione dell’autonomia differenziata non potrà che peggiorare il divario nazionale ma anche quello tra centri e periferie, creando ancora più disuguaglianze tra territori e tra scuole.
La Scuola e i suoi docenti non possono essere l’agnello sacrificale di un sistema sociale che si è inceppato, per questo studenti, famiglie e docenti possono concorrere al compito di abbattere le barriere con cui le classi dirigenti provano a ingabbiare gli adulti di domani sin dalla giovane età. È in questa lotta collettiva che Nina ha deciso di mettere a disposizione la propria personale battaglia, e per questo sentiamo il dovere di affiancarla nella difficile strada che le si prospetta verso l’obiettivo di vedere affermato un principio di uguaglianza.
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