Ieri un operaio, uscito di casa al mattino per dare un futuro alla propria famiglia, è morto cadendo da una impalcatura. Il Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria vicinanza e le condoglianze alla famiglia del lavoratore.
Dopo questo omicidio le istituzioni si sono attivate per verificare se nel cantiere venissero rispettate le misure di sicurezza. Così, mentre la guerra sui luoghi di lavoro continua, la politica nazionale e locale continua con il bla bla bla sulla vita dei lavoratori.
Nel Lazio il Presidente della regione Zingaretti e l’assessore al lavoro evidenziano successi, azioni, protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma la realtà ne mostra l’insufficienza ad assicurare veramente la sicurezza a chi lavora.
Non basta, a fronte dello sdegno di facciata delle istituzioni, imposto dalle circostanze, le scelte politiche del governo vanno in direzione contraria a quelle che il buon senso imporrebbe. Così, visto che l’86% delle imprese sono fuori norma, invece di aumentare i controlli sulla sicurezza del lavoro nelle aziende, il ministro Brunetta promette ai padroni che non vi saranno “più ispezioni a sorpresa nelle aziende” ma solo visite concordate che azzereranno totalmente l’efficacia dei controlli.
Rifondazione Comunista dice basta a questi omicidi e chiede al Governo ed alla Regione Lazio di verificare, PRIMA della morte dei lavoratori, la sicurezza dei luoghi di lavoro ed il rispetto della legge. Destinando le fantomatiche risorse del PNRR all’ampliamento del personale ispettivo ed all’aumento di controlli e sanzioni nei confronti delle imprese che non rispettano le regole della sicurezza.
Maurizio Fabbri, segretario regionale
Marco Bizzoni, referente lavoro
Partito della Rifondazione Comunista regionale Lazio
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