“Sicuramente Roma, macchiata dal sangue di tanti martiri, non deve essere luogo di sepoltura di Priebke. Credo che dobbiamo assolutamente evitare che una eventuale tomba possa diventare un ‘monumento al contrario’, cioè un monumento al negazionismo“. Lo ha detto stamani ai microfoni di Radio Popolare Roma, Grazia di Veroli, membro del Consiglio direttivo romano dell’Associazione ex deportati (Aned) riferendosi a Eric Priebke, l’ex comandante delle SS, morto a Roma tre giorni fa.
“Credo che la soluzione migliore – ha aggiunto – possa essere la stessa che fu adottata per Eichmann: la cremazione con lo spargimento delle ceneri. E forse, visto che loro non hanno dato una tomba a tantissima gente, a milioni e milioni di esseri umani, deve esser seguita questa via“.
Secondo Di Veroli, “non deve assolutamente essere sepolto a Roma, nello stesso posto dove sono i nostri martiri. I martiri di una città decorata al valor militare con medaglia d’oro. Una città che ha visto 2.800 deportati, che ha visto centinaia e centinaia di persone passare nelle celle di via Tasso e di Regina Coeli. Non solo perché eravamo occupati dai nazisti, ma anche, e soprattutto, per mano dei fascisti“.