“La diversità culturale arricchisce, non toglie. Sentiamo la necessità di raccontare, commemorare, rispettare, celebrare chi ha subito questa tragedia, ma anche comprendere attraverso la testimonianza, che è avvenuto, e che quindi può ricapitare di nuovo. Noi Istituzioni dobbiamo far sì che la cultura venga preservata, custodita e tramandata per evitare che falsi idoli facilitino la mente rendendola meno critica”. Con queste parole, il primo cittadino, il sindaco Anna Maria Bilancia, custode di casa, ha inaugurato la cerimonia “Oltre l’ultimo testimone, l’urgenza della memoria contro ogni forma di odio”, nello scrigno del Borgo di Fossanova. Su un palco che già di per se riesce a ipnotizzare lo spettatore, il coro dei bambini dell’IC Don Andrea Santoro di Priverno e l’orchestra “Carlo Cicala” dell’IC San Tommaso d’Aquino, hanno infranto quel silenzio austero a suon di Gam-Gam-Gam Ki Elekh e sulle note alte della Houston, librando nell’aria segni sonori indelebili. A rappresentare la Regione Lazio, la nostra concittadina Enrica Onorati che con il suo appeal strappa un caloroso applauso alla platea nel sentir proferire parole miste ad emozione e fervore che una dietro l’altra si trasformano in un messaggio di vita:”quello che abbiamo fatto e dobbiamo fare non sarà mai abbastanza, dobbiamo esercitare la cultura del rispetto per tenere lontano l’oblio” e conclude con quelle sei lettere, tanto care al Presidente Zingaretti, che da sole si imprimono nella storia e nell’animo, MAI PIU’!”. Un incontro di vita quello svoltosi nella mattinata del 29 gennaio sotto le imponenti arcate dell’Auditorium dei Conversi, dove si propagano gli insegnamenti del Prefetto di Latina, Maria Rosa Trio che, con sguardo fisso rivolto ai tanti giovani presenti, gli impone di “vivere la propria vita mantenendo sempre la schiena dritta”. Emilio Drudi, il giornalista che ama raccontare storie, illustra la storia che passa tutti i giorni sotto casa, spronando la folla a scegliere se entrare in essa o chiudersi in casa. Una conferenza o meglio una cerimonia di testimoni e custodi di memoria che vede arrivare sotto scorta la Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, sottobraccio al Presidente della Consulta della Comunità Ebraica e Presidente del Progetto Dreyfus, Alex Zarfati e il Vice Presidente della Deputazione Ebraica di assistenza di Roma, Ariel Arbib. Tre differenti interventi che hanno scagliato frecce dritte al cuore degli spettatori, generazioni di attenti, immobili, commossi e determinati al suono rimbombante di queste parole: “qui il problema oggi non siamo noi, ma siete voi! Siete voi che tutti i giorni venite bombardati, assediati, torturati nelle vostre coscienze per farvi strumento; siete voi che in quello che vi accomuna di più siete destinatari dell’odio. Noi possiamo trasmettere la memoria che abbiamo nell’anima, nella storia, noi siamo figli di una resistenza che oggi spetta a voi”!
Cala il sipario su una mattinata che a dirla come Ariel Arbib è stata trainata da buoni maestri che ci hanno spronato con enfasi ed empatia, come lo stesso Alex Zarfati, sceso tra il pubblico per prenderci per mano e indirizzarci verso quella consapevolezza di saper scegliere se combattere con generosità e orgoglio oppure lasciare che il tutto ci sfiori senza insistere sulle nostre coscienze restando osservatori di qualcosa che va avanti. Un evento organizzato dall’Amministrazione Comunale che non rinuncia ad imprimere alle sue tante azioni quel tratto pedagogico e culturale che le aggiunge valore rendendola più efficace ed utile alla Comunità di oggi e a quella di domani.