Oggi, 6 gennaio 2020 l’Amministrazione Comunale di Priverno inaugurerà i locali completamente ristrutturati della Ludoteca Comunale “Lucignolo”, sita nell’Ex scuola dell’infanzia di Piazzale Metabo.
Il luogo ideale per i bambini, un incantevole ambiente dove respirare aria pulita di educazione e creatività.
Grazie ad un importante lavoro di riqualificazione degli spazi e all’acquisto di nuovi arredi, completamente ristrutturata, completa di nuovi ambienti moderni e luminosi a norma, impianti idrico sanitari totalmente nuovi, verrà riaperta alla cittadinanza sabato 11 gennaio 2020.
Ecco allora, come spiega la Consigliera Delegata alle Politiche per l’Infanzia, Luisella Fanelli che,” accanto a laboratori più tradizionali come quello di lettura, di drammatizzazione, di manipolazione, di educazione ambientale, di democrazia partecipata, prende vita uno spazio per i più piccoli dove verrà applicato il metodo della grande pedagogista Maria Montessori la quale sosteneva che nel processo educativo l’adulto deve intervenire solo per fornire oggetti pedagogici appositamente studiati, senza interferire nello sviluppo del minore che deve crescere in piena libertà ed autonomia, deve essere lasciato libero di sviluppare le proprie capacità e quindi l’ambiente educativo deve essere pianificato ed organizzato perché ciò possa avvenire. Lo spazio deve rispondere all’esigenza del bambino: AIUTAMI A FARE DA SOLO e deve favorire la sua esplorazione individuale o in piccoli gruppi e aiutarlo a leggere e comprendere le esperienze.”
La ludoteca sarà intitolata a LUCIGNOLO, famoso personaggio di Collodi. La scelta del nome deriva da un’indagine fatta tra gli alunni della scuola dell’obbligo con l’apertura della prima ludoteca, allora sita a Caciara, sotto l’amministrazione Renzi per sottolineare anche l’importanza di riprendere quel filo di continuità che si dovrebbe mantenere per portare a compimento o arricchire ulteriormente quanto fatto.
Perché Lucignolo? Lo spiega al meglio il nostro Sindaco Anna Maria Bilancia:
“Lucignolo voleva soltanto giocare e convinse anche Pinocchio a partire per il Paese dei Balocchi, il Paese dove tutti i bambini potevano giocare e divertirsi tutto il giorno. Così partirono a bordo di un carretto carico di “monelli”, trainato da ciuchini che una volta erano bambini, destino quello di divenire asinelli che toccherà anche a Lucignolo e Pinocchio: la giusta penitenza per chi non ubbidisce e pensa solo a giocare! Quando Collodi scrive “Le avventure di Pinocchio” lo fa con un esclusivo intento didascalico, educativo, perfino moralistico, rivolgendosi certamente ad un pubblico adulto a cui vuole mandare chiaro il messaggio che solo chi lavora e non si fa distrarre dal gioco e da altri passatempi può occupare un ruolo sociale moralmente adeguato. Chi non lo fa ne pagherà le conseguenze. L’opera che oggi viene annoverata tra i capolavori della letteratura per l’infanzia, in realtà non nacque per i bambini, ma per gli adulti; dei bambini non si preoccupava, tanto da negare loro un diritto fondamentale come quello di giocare. Tutto questo però non ci deve scandalizzare, eravamo nell’800 e l’infanzia non era considerata ancora una categoria dotata di caratteristiche e diritti propri, era solo una specie di anticamera, un passaggio obbligato verso l’età adulta, e quindi sarebbe stato solo un inutile spreco investire su di essa, piuttosto bisognava accelerare quanto più possibile questo passaggio per diventare adulti prima possibile. Oggi il diritto al gioco è costituzionalmente riconosciuto e tutelato e tutti noi ne comprendiamo l’enorme valore. Ma vorremmo ribadirlo. Per questo abbiamo pensato di intitolare la nostra Ludoteca a Lucignolo, un personaggio minore della grande opera collodiana, ma certamente quello più coerente con la sua condizione di bambino. Lucignolo ama il gioco sopra ogni altra cosa, rivendica questo suo diritto e ne paga fieramente il conto, senza pentirsi e ravvedersi. Pinocchio si pente e si ravvede e alla fine è premiato, ma sacrifica una parte della sua essenza di bambino. Ci piace Pinocchio, ma rappresenta tutti i compromessi e gli imperativi morali che la nostra società ci impone, e certamente questo è necessario, ma noi per una volta abbiamo voluto celebrare l’anima autentica di un bambino, Lucignolo, che, proprio perché bambino, voleva soltanto giocare.”