Promosso il sistema della dialisi italiano, ma i pazienti chiedono più tempo e più attenzione agli infermieri e ai medici, più informazioni e un miglioramento complessivo della privacy e dell’ospitalità. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’Aned, Associazione nazionale emodializzati dialisi e trapianto, che ha coinvolto circa 300 nefropatici provenienti da tutte le regioni d’Italia. “La percezione delle fasi di erogazione delle dialisi sfiora una valutazione media di 4 su una scala di punteggio che arriva fino a 5, a dimostrazione di quanto gli standard di cura medici e sanitari siano considerati a livelli di eccellenza– spiega Valentina Paris, presidente Aned- la voce dei pazienti conferma quello che già nel mondo scientifico italiano si sapeva, è un risultato che conforta ma che stimola a impegnarci di più per sconfiggere la malattia“. In dettaglio i pazienti in dialisi trovano che i loro centri, tutti abbastanza vicini al luogo di residenza, abbiano nel complesso sale dialisi ben tenute e pulite e con letti confortevoli, sono soddisfatti delle cure erogate dal personale medico e infermieristico, ma vorrebbero sale d’attesa più confortevoli, una maggiore privacy negli spogliatoi e più tempo a loro dedicato. “Leggendo i risultati emergono due temi chiave: empatia medico paziente ed empowerement del paziente, sviluppare queste aree richiede tempo, risorse e investimenti e si scontra sempre più con l’impostazione e i tagli lineari dettati dagli amministratori e dalla spending review” evidenzia Loreto Gesualdo, direttore dell’Unita di Nefrologia del Policlinico di Bari.