Una proposta di legge che interviene sulla legge statutaria elettorale “per rimediare alla sottorappresentanza della presenza delle donne in Consiglio introducendo la doppia preferenza di genere per l’elezione del Consiglio regionale sardo” e che punta inoltre a fare chiarezza sulle criticità riscontrate nell’applicazione della legge “che sono state oggetto di censura giurisdizionale da parte del Consiglio di Stato“. È la proposta di modifica alla legge regionale statutaria, iniziativa dei consiglieri del Pd Franco Sabatini, Daniela Forma e Rossella Pinna, illustrata questa mattina in una conferenza stampa in Consiglio.
Nello specifico la proposta prevede l’introduzione della parità della rappresentanza di genere nelle liste e l’introduzione della doppia preferenza di genere. Se l’elettore esprime la preferenza per due candidati dello stesso genere, la seconda preferenza è annullata.
“È ora di mettere fine a una condizione insopportabile, nell’ultima legislatura abbiamo ridotto ulteriormente il numero di consiglieri donne, quattro su un totale di 60 – chiarisce Franco Sabatini -. Con questa legge si vuole definire in modo chiaro la volontà di dare seguito ai principi sanciti dalla Costituzione, dall’Unione europea e ora dalla legislazione nazionale. Avevamo già presentato un disegno di legge prima della proposta della Camera, perché nessuno dica che abbiamo subíto la pressione nazionale – continua. Sottolineo comunque che la norma nazionale prevede la doppia preferenza di genere con liste composte da almeno il 40% di donne. La nostra proposta prevede il 50% con la doppia preferenza di genere e liste che devono essere nominativamente alternate donna-uomo. E nel caso di un numero dispari, un genere può essere superiore massimo di un’unità rispetto all’altro“.
Per quanto riguarda invece lo sbarramento, viene introdotta la soglia del 3% per le liste all’interno delle coalizioni. Nel dettaglio resta la soglia del 10% per le coalizioni e le liste sono ammesse all’attribuzione dei seggi se ottengono il 3% del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale. Viene mantenuta la soglia del 5% per le liste non coalizzate, con la possibilità che accedano ai seggi le liste che ottengono il 5% dei voti, anche se all’interno di una coalizione che non raggiunge il 10%.
Questa proposta di modifica della legge statuaria elettorale “è molto importante, non solo perché fa chiarezza rispetto all’attribuzione dei seggi – il commento di Forma – ma, prima anticipando, e ora sul solco della legge approvata alla Camera, rende ancora più tangibile il realizzarsi di questo riequilibrio anche nel nostro Consiglio. La media nazionale di presenza delle donne nei Consigli e’ del 18%, la nostra è ancora più bassa. È ora di cambiare“.