Non incontrare i legittimi rappresentanti delle popolazioni dei comuni di Fondi, Sperlonga e Campodimele e “snobbare” addirittura la presenza di centinaia di cittadini lasciati per ore ed ore fuori dal palazzo regionale, descrive e misura un comportamento di estrema gravità da parte del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, altresì nella veste di commissario governativo alla sanità.
Così si manifesta espressamente, caro Zingaretti, una concezione dell’esercizio del potere che oltre a violare del tutto norme e principi costituzionali sulla “leale collaborazione” tra i diversi ambiti istituzionali, degrada addirittura nell’arbitrio ed in una condotta ingiustificata atta a minare i già deboli e precari rapporti di fiducia tra le istituzioni stesse e i cittadini, i gruppi sociali.
Chi scrive ed espone queste considerazioni, non sta certo dalla parte politica e amministrativa dei sindaci che Lei non ha voluto incontrare. Anzi, è in aperta competizione con il sindaco De Meo a Fondi, al quale, proprio sulla questione ospedaliera di Fondi e del distretto centro ha contestato più volte una mancanza di incisività politico-istituzionale del suo ruolo, onde far valere le ragioni del diritto di tutela della salute.
Le responsabilità primarie sono da imputare a scelte di politiche sanitarie attuate ormai da circa un ventennio dalla Regione Lazio, nell’alternarsi dei governi di diversa colorazione politica.
Proprio per questo, sia come semplice cittadino che nell’impegno diretto nella competizione elettorale, ho ritenuto doveroso unirmi ai sindaci e alle centinaia di cittadini nella difesa di un presidio ospedaliero ormai ridotto al “collasso”, denunciando la inconcludenza di atti aziendali che da anni promettono “illusori” potenziamenti e di proclami che quasi ogni giorno sono dettati da strumentali fini politici ed elettorali.
Il rimbalzo delle rispettive gravi responsabilità emerge nitido quando Zingaretti accusa la Polverini di aver tentato di affossare l’Ospedale di Fondi con il decreto n. 80 del 2010, dimenticando però di rilevare che con Marrazzo, la manager Ilde Coiro aveva decretato la chiusura del laboratorio di analisi di Fondi (minando tutta l’area dell’emergenza ospedaliera), nonostante rientrasse negli standard previsti dalla stessa regione, avendo eseguito nel 2008 circa 500 mila esami e che fu salvato per l’incisivo e qualificato intervento del Sindaco Luigi Parisella e dalla raccolta di circa diecimila firme dei cittadini di Fondi e del comprensorio. Eppoi, l’ultimo atto aziendale di recente approvato, non offre certo elementi di valutazione positiva nei confronti dell’ospedale di Fondi. E’ sufficiente recarsi al “S. Giovanni di Dio” e vedere con i propri occhi in quale stato versano i diversi reparti. Per questo ha destato meraviglia e incomprensione l’astensione del sindaco De Meo!
Ancora. Zingaretti dimentica proprio un suo decreto del 2 luglio 2014 sulla riorganizzazione della rete regionale dei laboratori, nel quale è previsto che il Laboratorio di analisi di Fondi deve essere attivo in urgenza h24, e dà mandato al manager Caporossi di dare puntuale e rigorosa applicazione ad esso. Perché a distanza di circa un anno il Laboratorio di Fondi continua ad operare a tempo parziale determinando grave rischio per la salute pubblica?
Credo che su questa gravissima inadempienza debba intervenire il governo Renzi ed il ministro Lorenzin, essendo tale decreto di carattere governativo, emanato da Zingaretti nella veste di commissario di governo alla sanità. Perché il Pd locale non chiede a Zingaretti contezza di ciò, nonchè l’intervento del governo amico sollecitandone l’immediata applicazione a tutela della salute dei cittadini?
Basta con il gioco delle parti a danno delle popolazioni! Ma nel pieno della campagna elettorale a Fondi questo appello è destinato a cadere nel vuoto.
Fondi ci chiama
Gianfranco Antonetti