L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge che riguarda Città metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni – e che ne rivede e ne ‘svuota’ in parte i poteri in vista dell’abolizione dalla Carta Costituzionale – e’ per Confesercenti ”un primo passo nella giusta direzione ma una riforma dei livelli istituzionali, con l’abolizione completa delle Province e delle comunità montane, l’accorpamento di micro-comuni e la razionalizzazione delle società partecipate degli enti locali è un passo necessario, non più rinviabile”. In una nota, Confesercenti sottolinea che ”serve un progetto chiaro per incidere sui troppi centri di spesa” e chiede a ”Governo e Parlamento di indicare le priorità di intervento, salvaguardando l’occupazione ed i servizi per i cittadini. Le attuali competenze – ribadisce la nota – possono essere riassorbite dalle Regioni con un piano pluriennale, per collocare il personale dipendente all’interno degli altri enti pubblici in sostituzione di chi va in pensione”.
Nel ribadire che ”bisogna cancellare sprechi ed inutilità’: le vie della ripresa passano attraverso una riduzione delle tasse sulle famiglie ed imprese, incoraggiando così crescita e consumi”, facendo riferimento ad un recente studio Confesercenti-Ref, sottolinea che ”con una riforma istituzionale che coinvolga il centro e la periferia e che preveda una drastica riduzione dei costi della rappresentanza, è possibile risparmiare a regime circa 14 miliardi di euro ogni anno, riportando la nostra spesa per la Pubblica Amministrazione ai livelli di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Cosi’ – conclude la nota – si liberano le risorse necessarie per il rilancio della nostra economia e si riduce la pressione fiscale che in Italia ha raggiunto livelli insostenibili, intervenendo coraggiosamente e tempestivamente sull’eccesso di spesa pubblica attraverso i tagli necessari troppo a lungo rinviati”.