“Il 2012 è stato un anno caratterizzato dal travaglio delle Province. I risultati ottenuti ci rendono molto soddisfatti, ma sul campo abbiamo lasciato tante risorse. La fine della Provincia di Latina sarebbe stata una iattura, non avrebbe fatto risparmiare alcunché e non avrebbe certo migliorato i servizi. La nostra non è stata una difesa di una posizione precostituita o di un localismo, abbiamo invece difeso un fondamentale presidio di democrazia“. Esordisce così il presidente della Provincia di Latina Armando Cusani, esponente del Pdl, nella conferenza stampa per tracciare un bilancio del 2012. Il punto di partenza sono le azioni messe in campo per scongiurare l’accorpamento con la Provincia di Frosinone e quelle di buona amministrazione che rendono Latina una Provincia virtuosa, con un indebitamento vicino allo zero. “Siamo tra le poche Province italiane che riescono a reggersi in equilibrio solo con le tassazioni locali – prosegue il presidente Cusani – Perché non si combatte l’inefficienza o la cattiva amministrazione con l’abolizione di un’istituzione. Dal Governo Monti mi sarei aspettato regole di incandidabilità per chi ha fatto cattiva amministrazione e di selezione sul merito per chi ha amministrato bene. L’attacco alle Province – continua – ha un significato politico forte. Significa demolire i governi locali, gli unici che generano ricchezza, e colpire tutto ciò che è fuori dal controllo dei grandi gruppi finanziari e di pochi banchieri. Se una parte del Pdl non avesse presentato sub emendamenti e fatto ostruzionismo, quel decreto sarebbe passato“. Cusani ha anche annunciato, per il 2013, l’uscita di Latina dall’Unione delle Province italiane, “perché – ha spiegato – non ho mai visto un sindacato che si schiera a favore dell’ eliminazione dell’interesse che rappresenta“. Un accenno è stato fatto anche alle città metropolitane. “Al presidente della Provincia di Roma Zingaretti – aggiunge Cusani – voglio ricordare che le città metropolitane rappresentano un altro carrozzone inutile e quello sì, fonte di sprechi“.