“Il Governo – ha proseguito Delrio – intende eliminare il livello intermedio, ovvero le Province, eliminando l’incertezza che si è creata in questo ultimo anno e mezzo, e salvaguardare la centralità del sistema federalista, cercando di verificare in quali casi non ha funzionato. L’autonomia ha un valore, la confusione no“. “Il Governo, c’é un impegno del premier – ha aggiunto – per la prima volta si impegna a vedere se è possibile una riorganizzazione delle Regioni, ovvero rivedere in un piano organico tutto il sistema, mettendo al centro servizi, imprese e cittadini, Non vogliamo ripensare l’organizzazione dello Stato solo sulla base di un problema economico, abbiamo bisogno di una visione che metta al centro, appunto, servizi, cittadini e imprese. Io sono profondamente autonomista, ritengo che lo Stato debba svolgere la funzione di regolatore. E’ sbagliato, secondo me, per esempio, pensare che i comuni non possano scegliere i dirigenti in modo flessibile, secondo la loro necessità“.
Per il ministro, inoltre, bisogna mettere uno stop alla logica dei tagli lineari ed indifferenziati e puntare invece sui costi e sui fabbisogni standard. “Non vorremmo avere 20 repubbliche, 20 sistema sanitari completamenti ‘sfasati’, di qui la necessità dei costi standard“. Tra gli altri obiettivi del dicastero “semplificare gli oltre 7mila enti intermedi” e “incentivare le unioni di Comuni e le gestioni associate delle funzioni“. Delrio ha aggiunto che ci sarà “un lavoro collaborativo con il ministro per le riforme costituzionali Quagliariello” e che “l’abolizione delle Province sarà inserita nella riforma del Titolo V“.
Quanto al federalismo demaniale, “é spiaggiato come una balena ma spero di rimetterla presto in mare: è un peccato avere caserme abbandonate in pieno centro, come a Firenze; è spreco insopportabile“. Infine, sulle autonomie a statuto speciale: “sono un valore, e c’é l’impegno del Governo a non rivederne l’impianto complessivo, semmai va data un po’ di specialità alle Regioni a statuto ordinario“.