A due giorni dal Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto legge di riforma delle Province, non solo non si placano ma anzi si scatenano nuove polemiche. Oggi ad accendere la miccia è stato il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, che ricopre anche la carica di vicepresidente vicario dell’Upi, l’Unione delle Province d’Italia. “Il decreto del Governo – ha detto Saitta – richiama e ribadisce alcuni degli elementi più critici che il Governo aveva provato a fare passare nella legge Salva Italia, dalla cancellazione delle funzioni fondamentali al mutamento del sistema elettorale delle Province su cui il 6 novembre prossimo la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare. Il sospetto è che si voglia fare il gioco delle tre carte e, dopo avere preso in giro gli italiani con le cartine geografiche, si prenda in giro anche la Corte, facendo credere ai giurati di avere cancellato le norme incostituzionali, che invece sono tutte ancora lì. Noi siamo invece convinti che, scoperto il gioco, la Corte interverrà a tutela della Costituzione”.
A stretto giro ha replicato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, che sta seguendo per il Governo questa partita. “Il gioco delle tre carte non è nel dna di questo Governo e sarebbe bene che nessuno lo praticasse, senza aver letto il testo. Il dl sul riordino non tocca le funzioni fondamentali attribuite alle Province con la legge di spending e non si occupa del sistema elettorale, lasciando in vita l’opzione per l’elezione indiretta contenuta nel Salva-Italia e sulla cui legittimità avremo la pronuncia della Corte costituzionale”. Proprio per martedì è attesa infatti l’udienza davanti alla Consulta sui ricorsi promossi da otto Regioni contro l’articolo 23 del decreto Salva Italia, sia per la parte in cui ha ‘svuotato’ di fatto le competenze delle Province, che per la modifica del sistema elettorale delle Province stesse. Le Province dal canto loro, per rispondere a quello che leggono come un ‘attacco’ alle loro prerogative da parte dell’Esecutivo nazionale, hanno convocato a Roma per l’8 novembre prossimo una assemblea dei presidenti di Provincia e di Consiglio, insieme al Consiglio Direttivo Upi. Discuteranno dei pesanti tagli ai loro bilanci (per 1,2 miliardi) imposti dal Governo. A dare man forte ai presidenti e ai consiglieri provinciali, oggi è scesa in campo anche la Sir, l’agenzia di informazione religiosa promossa dalla Cei. In un intervento pubblicato stamane, il costituzionalista Marco Olivetti, docente all’Università di Foggia, ha sostenuto che il taglio delle Province approvato dal Governo è un’operazione “di dubbia costituzionalità” ed ha aggiunto di dubitare “che produrrà direttamente un beneficio economico significativo”. “Bisognerebbe, a mio parere – ha concluso – ripartire dalla situazione storica, ed eliminare le Province istituite negli ultimi quarant’anni, che sono il prodotto dei localismi della peggiore specie”.