“Se venisse confermata la modifica della struttura delle Province, facendole diventare enti di secondo livello, risulterebbe violata la Costituzione e le norme che regolano gli enti locali italiani, che sono addirittura antecedenti all’unità d’Italia, cioé al 1861, e così facendo si creerebbe una frattura nei principi democratici locali e italiani”: lo afferma all’ANSA il professor Stelio Mangiameli, costituzionalista e direttore dell’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie ‘Massimo Severo Giannini’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISSiRFA – CNR), che domani interverrà per conto dell’Upi alla Corte Costituzionale in merito ai ricorsi di 8 Regioni italiane che lamentano vizi di incostituzionalità del decreto Salva Italia sulle Province “No so se la Corte troverà un argomento per giustificare i cambiamenti apportati alle Province – spiega Mangiameli – ma se così fosse sarebbe in netto contrasto con quanto stabilito dalla Corte europea della Autonomie Locali, che opera – è bene ricordarlo – nell’ambito del Consiglio d’Europa, che all’articolo 3 prevede che tutti i Consigli degli Enti Locali debbono essere eletti democraticamente dai cittadini” “In nessun Paese europeo – spiega ancora il costituzionalista – sta accadendo quello che succede in Italia sulle Province e sulle Regioni: e allora è bene ricordare che un conto sono i costi, un altro il ladrocinio. La questione regionale e degli enti locali va tenuta distinta – conclude Mangiameli – dalla questione morale”.