“Siamo un Paese a democrazia sospesa, dove, in attesa di una riforma ancora molto di la’ da venire, si calpesta la Costituzione e si impediscono le elezioni delle Province. Come se, in attesa della riforma del Senato, si mandassero a casa tutti i senatori eletti e si sospendessero le elezioni“. Lo dichiara il Presidente dell’Upi Antonio Saitta a proposito della norma contenuta nel decreto legge sul femminicidio approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, che proroga i commissariamenti delle 21 Province che erano stati decisi dal decreto Monti, dichiarato incostituzionale dalla Consulta, e si prevede il commissariamento di altre 53 Province che devono andare al voto nel 2014.
“Non si può definire un provvedimento di questa portata, come ha detto il Presidente Letta, un atto necessario per garantire la fase di transizione. Le 21 province – ricorda Saitta – sono commissariate da un anno e mezzo ormai e nel 2014 saranno due anni. Non esiste un blocco della democrazia in una istituzione tutelata dalla Costituzione in attesa di nessuna transizione“. Tra l’altro, si conferma l’accanimento del Governo Letta contro le Province che in tre consigli dei Ministri ha dedicato al tema un disegno di legge costituzionale, un disegno di legge ordinaria e una norma in un decreto legge che tra l’altro si occupa di tutt’altro. Quando si inizierà a parlare di riforme vere rispettando la legge e la Costituzione, e abbandonando toni cosi inutilmente propagandistici? Magari, piuttosto che continuare a produrre norme incostituzionali, il Governo chieda al comitato dei saggi: qualunque sia l’orientamento sulle Province, almeno cosi si eviterebbero clamorosi errori”, conclude Saitta.