“Le Province restano oppure no? Questo non sembra chiaro nemmeno ai sostenitori del provvedimento. Sembra che si voglia colpire la democrazia per far rimanere la burocrazia e i suoi costi, affinché l’inefficienza vada fuori controllo e diventi ordinaria: questo sembra il filo rosso del provvedimento“. Lo ha detto il senatore SEL Massimo Cervellini in sede di discussione generale sul disegno di legge ‘Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni‘.
“La Corte costituzionale è stata chiara: le prescrizioni costituzionali devono rappresentare la stella polare da seguire rispetto a correzioni di merito e di metodo. Perciò un disegno di legge su temi che toccano profondamente i nervi su cui si regge lo Stato deve scaturire da una attenta riflessione e dall’ascolto del Paese. Non abbiamo una posizione conservatrice di difesa delle Province: tutto si può cambiare, purché secondo un disegno di riordino razionale, chiaro, armonico, che produca veri e consistenti risparmi – teso al superamento degli apparati burocratici e non dell’impalcatura della democrazia – che vedrà la disponibilità di SEL a concorrere alle soluzioni più efficienti e democratiche per il Paese. Se però ad essere colpita sarà la democrazia, annunciamo fin da ora che non ci staremo“.