Le Province confermano il loro ‘no’ al ddl Delrio sul riordino di Città Metropolitane, Province e unioni dei Comuni. “Il governo è prigioniero di un annuncio; crea confusione e rischia di essere incostituzionale, perché di fatto con una legge ordinaria modifica la Costituzione“. Lo ha detto il presidente dell’Upi (l’Unione delle Province italiane), Antonio Saitta, al termine di un’audizione in commissione Affari costituzionali della Camera sul disegno di legge che detta le nuove disposizioni sulle città metropolitane, sulle Province e sulle unioni e fusioni dei Comuni, in attesa del provvedimento che dovrebbe, quello sì, modificare la Costituzione ed eliminare dal nostro ordinamento le Province.
Secondo il presidente dell’Upi il disegno di legge “crea confusione perché non si chiarisce se i Comuni ai quali dovrebbero essere cedute alcune funzioni delle Province saranno in grado di farlo“. Anche rispetto ai costi e ad eventuali risparmi, l’Upi è critica: “Non c’è un conto economico – sostiene Saitta – e anzi, a fronte di un esiguo risparmio, potrebbe esserci un costo maggiore di due miliardi di euro. Il ddl – conclude Saitta – interviene come se fosse già stata cambiata la Costituzione, quando ancora questo non è successo“.
“Ci vuole un momento di riflessione, altrimenti si rischia con ‘la gatta frettolosa di fare i gattini ciechi’. Ci vuole un ulteriore approfondimento del ddl, altrimenti si rischiano nuovi ricorsi e interminabili verifiche“.
Anche il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, presente all’audizione, invita il governo ad una maggior cautela e sostiene che l’impianto del ddl non porta, tra l’altro, ad una riduzione dei costi: “Faccio un esempio – ha detto – in Sicilia sono state abolite nove Province ma sono stati creati 32 nuovi consorzi di Comuni. In questo modo non si abbattono i costi. Non è questa la strada“. Secondo Podestà, poi, non è possibile che fino al 2017 le Province siano commissariate, così pure la questione delle Città Metropolitane va affrontata in maniera più articolata perché le 10 città che dovrebbero diventare Città Metropolitane sono molto diverse tra loro”.
Tra gli altri, all’audizione era presente Roberta Lombardo del M5S, la quale ha annunciato che il suo gruppo chiede che i due provvedimenti – il ddl Delrio e il provvedimento di modifica costituzionale – camminino di pari passo. “Noi poi siamo convinti – ha detto Lombardo – che sia fondamentale un riordino generale di tutti gli enti locali, partendo dai bisogni della collettività. Così com’è, dunque, il disegno di legge Delrio è irricevibile e contiene diversi profili di incostituzionalità. Non c’è chiarezza su funzioni e costi e le Città metropolitane si sovrappongono alle Province“. La parlamentare M5S ha annunciato che il movimento sta lavorando ad un provvedimento per il riordino degli enti locali, che, seguendo la prassi consueta, sarà una volta pronto messo in rete per sottoporlo al dibattito sul web.
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