Fortemente critici anche gli altri presidenti di Provincia che stamattina hanno preso parte all’audizione al Senato. Tra questi Guido Podestà, di Milano, secondo il quale “in Italia – ha riferito ai senatori della Commissione Affari Costituzionali – le aree metropolitane che rispondono agli stessi criteri di quelle presenti nel resto d’Europa sono solo 3: Milano, Napoli e Roma. E pensare che il sindaco del capoluogo che ha già difficoltà a gestire la città che lo ha eletto, possa occuparsi di tutti gli altri Comuni, vuol dire – ha detto Podestà – relegare al ruolo di ‘periferie delle periferie’ i territori fuori dal capoluogo“. A questo proposito il presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, ha riportato ai senatori i risultati di un confronto aperto con i sindaci della sua Provincia in cui “la grande maggioranza mi ha confermato che se la Città metropolitana non è eletta dai cittadini, non intendono farne parte. Vuol dire che invece che semplificare, alla fine avremo una Provincia di Napoli con una gran parte dei comuni dell’area, e la Città metropolitana con il Comune capoluogo e pochi altri comuni“. “Quello che è drammatico – ha detto il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, Presidente del Consiglio Direttivo Upi – è che non si sappia chi si occuperà dei servizi erogati dalle Province. In Veneto abbiamo provato a simulare cosa accadrebbe se i centri per l’impiego gestiti dalle Province passassero ad altri enti, pubblici e privati: il costo della gestione raddoppierebbe – ha affermato Muraro – senza nessun vantaggio per i cittadini“.