La destagionalizzazione è un fenomeno che non si limita ad interessare solamente il compatto turistico, ma anche altre attività che si caratterizzano per variazioni temporali, come la produzione di alimenti tipici di determinati periodi dell’anno o la stessa agricoltura: è definibile come una serie di movimenti nel tempo che si verificano in un particolare periodo e che ricorre in modo simile ogni anno ed è quindi un fenomeno abbastanza sistematico causato da vari fattori, tra cui spiccano quelli naturali e quelli “istituzionali”: la stagionalità naturale è connessa alle variazioni temporali del clima durante l’anno, delle ore di luce e di sole, della variabilità delle temperature, e gioca un ruolo importante sulle destinazioni che basano la loro offerta nelle attività turistiche all’aperto, come le aree costiere.
Terracina è un territorio che ben si presta al suo sviluppo perché non solo è in grado di offrire temperature gradevoli già dal mese di marzo e fino a quello di ottobre inoltrato, ma, al contempo, presenta una serie di servizi connessi che non lasciano mai il turista abbandonato a sé stesso, neanche in un periodo considerato ‘morto’ come dalla fine di ottobre a fine febbraio.
Dare la possibilità agli stabilimenti balneari di restare aperti per un periodo sensibilmente più lungo della classica stagione balneare di sei mesi può dunque rappresentare un forte elemento di attrattività turistica soprattutto verso quelle realtà territorialmente più vicine per le quali risulta più semplice trascorrere i fine settimana di primavera nella nostra terra approfittando del nostro bel sole e dello iodio del nostro mare.
Anche senza poter fare il bagno, la permanenza in spiaggia, infatti, risulta essere assolutamente salutare. Per esempio per ciò che riguarda gli stabilimenti balneari come autorevolmente considerato in sede di approvazione del piano essi sono concepiti, dalle norme, per offrire servizi ai bagnanti funzionali alla balneazione che sono i servizi indispensabili quali i bagni e le docce, le cabine e i servizi di ristoro. Ora questo PUA parla di destagionalizzazione delle attività turistiche. Come autorevolmente chiarito: a che cosa si fa riferimento e in che modo si intende destagionalizzare? Cioè siamo nelle condizioni, oggi, a Terracina di programmare una proposta turistica di mercato che riguarda il “MARE D’INVERNO”? È così? È a questo che si sta pensando?
A portare a Terracina, per fare anche la talassoterapia d’inverno il mercato turistico interessato a godere del “mare in inverno”. Oppure si sta pensando alla destagionalizzazione come alla possibilità di continuare a fare le attività di servizio di ristorazione, di somministrazione di bevande e cibo, ed altro aumentando, così, il numero degli esercizi che offrono enogastronomia nel periodo in cui diminuisce la domanda perché in inverno la dimensione economica della città si riduce ai minimi termini. Assolutamente no. Per i balneari destagionalizzare significa offrire gratuitamente da ottobre a marzo camminamenti per disabili, accesso al mare , pulizia spiaggia ecc ecc ., campi da beach volley, area fitness. Tutto gratuito.
Basterebbe riconoscere a ciascuno stabilimento balneare di mantenere strutture minime. Occupazione demaniale minima. Si potranno sospendere le attività di somministrazione di ristorazione o garantire soltanto un servizio minimo di somministrazione di bevande almeno nel fine settimana. Promuovere però il concetto di aumentare ad almeno 8 mesi la stagione balneare. Nei restanti periodi i concessionari dovrebbero adoperarsi per mantenere pulizia e decoro dell’area su cui insistono e soprattutto garantire l’accessibilità alla battigia per le persone diversamente abili anche in inverno.
A Terracina in inverno per le persone diversamente abili è impossibile arrivare a riva. Una vergogna! Tutto ciò partendo da un presupposto: dovremmo cambiare la strategia complessiva di sviluppo economico affiancando alla valorizzazione del mare, della spiaggia, della costa, la valorizzazione dei Beni culturali, la valorizzazione dei Beni ambientali e Paesaggistici, la valorizzazione delle produzioni tipiche locali. È assai riduttivo parlare di provvedimenti “fittizi” fatti passare per spiagge che intendono puntare alla ristorazione annuale come favore accordato alla categoria.
Nessuno ha chiesto questa visione. Il concetto è aumentare il periodo della balneazione da aprile ad ottobre/novembre. I restanti mesi si interrompono le attività di somministrazione garantendo cura e pulizia dell’arenile ed accesso al mare garantito per la collettività.
Cosa ben diversa.
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