Il diritto alla circolazione e, di conseguenza, all’accessibilità è un tema particolarmente delicato per le persone con disabilità. Tra poco tempo, tra Milano e Cortina, ci saranno le Olimpiadi e, allo stato attuale, sinceramente, non vedo grandi passi avanti per quanto riguarda il tema dell’accessibilità in generale. In riguardo alla mobilità, ad esempio, molte stazioni e mezzi pubblici non sono accessibili in autonomia, come del resto i marciapiedi e le piste ciclabili che, pur andando bene per certi versi, hanno tolto spazio alle carrozzine. Manca una cultura adeguata su questo tema e serve un cambio di paradigma, partendo proprio dalla progettazione delle città che, ad oggi, non sono pienamente accessibili. Il diritto alla circolazione riguarda la libertà di ogni persona.
Invece, se nel momento in cui, coloro che hanno una disabilità, sono costretti a programmare i viaggi tempo prima per verificare l’accessibilità, la libertà viene meno. Questi elementi devono far riflettere: tra meno di due anni ospiteremo le Olimpiadi e le Paralimpiadi e, a tal proposito, mi domando cosa stia facendo il mio paese per rendere la mobilità più inclusiva ma, ad oggi, purtroppo, non ho una risposta chiara né positiva. Le città, guardando al futuro, dovranno essere pensate e progettate per tutti. La mobilità va rimodulata sulla base delle esigenze di ognuno. Occorre pensare a nuovi luoghi inclusivi e mettere in pratica il diritto alla circolazione per tutti, nessuno escluso.
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