Il popolo degli “anziani di Terracina” ringrazia il presidente Bucci (SPI/CGIL Lega Monti Lepini Terracina) per la veritiera analisi sulla mancanza di vita sociale d’intere porzioni della città, lasciate allo sbaraglio amministrativo da anni, senza che nessuno senta ancora oggi il dovere di intervenire per porre fine al nefasto andamento.
Lo scenario rappresentato è chiaro anche a molti non over 65, perché vivono la stessa condizione di abbandono del territorio: senza servizi primari, senza punti di aggregazione, senza neanche il minimo della considerazione civica dovuta a cittadini che saranno domani – si spera – i protagonisti della città.
Riteniamo giusto e socialmente utile che Bucci abbia ancora una volta posto sotto la lente d’ingrandimento il quartiere Calcatore: un ammasso di case e basta, mancante di marciapiedi e illuminazione pubblica, che dovrebbe essere il primo step per ogni insediamento urbanistico.
Un quartiere tagliato funestamente in due da un’ex stazione ferroviaria con annessi binari che da decenni vivono la condizione di separati in casa, pomposamente ribattezzata Polo dei Trasporti, senza neanche avere a disposizione per i fruitori un miserabile cesso a tazza turca.
Il Calcatore, quindi, novella banlieue terracinese: prossimo al centro della città ma anche alla sua estrema periferia.
Un luogo senz’anima, senza cuore, uno spazio urbano che rappresenta il nulla in fatto di progettazione della città nuova.
Un quartiere che ha nelle sue viscere un polo dei trasporti ridicolo e fuori dal mondo, con l’incrocio dei “Quattro Lampioni” selvaggiamente convissuto da auto, motocicli, apette, autoarticolati e cittadini pedoni a rischio vita.
Senza che nulla possa essere modificato in meglio per la mancata programmazione, ma anche per i residuali spazi fisici rimasti a disposizione.
Per non parlare poi del ghetto delle case popolari di via Firenze, novello bronx cittadino, dove i residenti vivono da anni una condizione di isolamento e mortificazione sociale.
Un quartiere dormitorio con ampi spazi di verde pubblico e privato mantenuto allo stato selvaggio e dove nottetempo succede di tutto. Sì, proprio di tutto!
E se via Firenze è un ghetto ormai datato, un altro più recente è stato realizzato, pensiamo alle tre cooperative nate recentemente in via Marcia.
Entrate, ci riferiscono, in contenzioso con il Comune perché dopo aver realizzato il programma costruttivo e pagato due volte il terreno dove insistono, oggi, stante lo stesso Comune, risulterebbero ABUSIVE.
Se non fosse una cosa seria, sarebbe tutto da ridere.
mct