ROMA- Le modifiche approvate al Senato al decreto legge sul Reddito di cittadinanza e quota 100 non sono sufficienti. Le Province hanno bisogno di sostituire il personale che andrà in pensione con un turn over del 100%”. Questo quanto dichiarato dal presidente della Provincia di Latina Carlo Medici nel corso dell’audizione delle Commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera dei Deputati in rappresentanza dell’Upi (Unione Province Italiane) .
“Negli ultimi anni – ha sottolineato Medici in qualità di rappresentante dell’Upi – le Province sono state sottoposte al blocco delle assunzioni e viste le nuove funzioni che le amministrazioni sono chiamate a svolgere occorre modificare il decreto indicando espressamente che il ricambio sarà del 100%. A Palazzo Madama le richiesta dell’Upi è stata accolta ”solo parzialmente, in quanto ‘ha previsto anche per le Province la possibilità di procedere alle assunzioni già nell’anno in corso, ma non ha espressamente indicato che la sostituzione del personale di questi enti dovrà avvenire prevedendo un turn-over pieno al 100% per tutte le province interessate, fuori da ogni vincolo, anche di natura finanziaria. Chiediamo pertanto alla Camera dei Deputati – ha concluso Medici di intervenire con modifiche puntuali su questo specifico aspetto”.
Tre questioni essenziali per UPI:
La necessità di trovare una regia condivisa in Conferenza Unificata per evitare che, a causa dell’amplio arco di soggetti istituzionali – Ministeri, Regioni, Province, Comuni, Inps, Anpal, Centri per l’impiego – cui è demandata l’attuazione di entrambe le misure, si creino confusione o rallentamenti, sovrapposizioni e conseguenti dispersione di energie, tempo e risorse.
La necessità per le Province di assicurare il turn over al 100% e senza vincoli per il personale che usufruirà di quota cento, o le Province, che negli ultimi anni sono state soggette al blocco delle assunzioni e in cui non vi è stato di conseguenza alcun ricambio di personale, dovranno affrontare gli effetti negativi sull’organizzazione degli uffici, già drammaticamente ridotti.
L’opportunità, in particolare rispetto all’erogazione del reddito di cittadinanza attraverso i Centri per l’impiego, di potenziare questi servizi anche riferendosi a modelli e sistemi già consolidati ed operativi rispetto alle politiche del sostegno al reddito e all’occupazione. Magari seguendo l’esempio della Regione Lombardia che ha delegato i Centri per l’Impiego alle Province, e prevedendo un rinnovato ruolo delle Province e delle Città metropolitane nella gestione dei Centri per l’impiego.