“Do atto al candidato PD al Presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dell’ onestà di aver voluto riconoscere che il punto che ha impedito la chiusura di un accordo, che doveva essere nei fatti, tra radicali e Pd è stato da lui posto con la condizione di dover non candidare i consiglieri radicali uscenti: Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo“. Lo dice il deputato dei radicali Marco Beltrandi in una nota. “Certo – aggiunge – un ‘premio’ per aver scoperchiato, i due consiglieri radicali, lo scandalo dei fondi gestiti illegalmente dai Gruppi Consiliari”.
“Una richiesta immotivata, arrogante, vergognosa, inaccettabile. Capisco che lui, Zingaretti, avesse bisogno di rinnovare la squadra PD al Consiglio Regionale – prosegue Beltrandi – ma doverlo imporre anche a chi ha invece lavorato per appena due anni con merito universalmente riconosciuto significa una sola cosa: aderire alla decisione del PD nazionale di cancellare, persino nella loro identità, i radicali e le loro battaglie, i loro successi, le loro specificità. Per il PD i candidati radicali che vanno bene sono solo quelli che non fossero alternativa, ma complici di regime: chiunque si distingue nelle istituzioni va cancellato, questo è il dato di assenza di apertura culturale e mentale dell’ attuale classe dirigente di questo partito“.
“Do atto a Storace e al centrodestra del Lazio invece di aver accolto in pieno, in modo più che impeccabile, la richiesta di ospitalità avanzata dai radicali alle tre maggiori coalizioni, per prima a quella capeggiata da Monti, proprio nel riconoscimento della radicale diversità di tante convinzioni e proposte politiche nostre. A me questo basta e avanza“, conclude.