“E’ successo tutto giovedì sera, intorno alle 18.50, nel mio palazzo, nella zona di piazza Bologna. Ero già in ascensore pronto a salire, quando mi sono comparse davanti due persone con il casco in testa, ma il viso scoperto. Uno dei due aveva la pistola, me l’ha puntata in faccia e ha detto: ‘Banfi, dammi l’orologio. Io avevo il cappotto, l’orologio era coperto“. Così l’attore ricorda l’aggressione subita due giorni fa da due sconosciuti che gli hanno portato via un Rolex prima di fuggire a bordo di due scooter.
“Sicuramente erano italiani“, racconta Banfi, che non è riuscito però a identificare nessuno in base alle foto segnaletiche. “Abbiamo poi scoperto che da alcuni giorni effettuavano sopralluoghi vicino casa, per ‘prendere le misure’. Io sono riuscito a mantenere il controllo, ho detto ‘calma ragazzi’, ma l’uomo mi ha puntato la pistola alle gambe intimandomi ‘sbrigati’. Ho fatto in tempo a consegnargli l’orologio e mi ha risposto ‘Adesso vattene a casa’, come per dire ‘Per questa volta ti abbiamo graziato’. Il resto lo hanno raccontato un ragazzo che si è prestato a fare da testimone e un negoziante della mia strada che li ha visti fuggire“.
Banfi ringrazia “i poliziotti della questura: nelle cinque ore in cui sono rimasto lì, ho visto quanto lavorano: andrebbero premiati con un applauso, tanto più per lo stipendio che prendono“. Ne approfitta però per rinnovare un appello alle autorità: “Da anni mi rivolgo alla Regione, alla Provincia, al Comune per far potenziare i controlli nella stradina in cui abito, che una volta era privata e da un po’ è diventata pubblica. Basti pensare che da circa cinque anni giace parcheggiata una macchina con la targa francese di cui più volte abbiamo chiesto la rimozione. Mi rivolgo al mio amico Alemanno: mettano almeno una luce in più. Altrimenti, visto che già 24 anni fa, anche se in mia assenza, in casa mia è stata effettuata una rapina a mano armata, un giorno sarò costretto ad andar via da una zona che amo“.