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Rapporto Spiagge 2023 di Legambiente: nel Lazio, tra 2010 e 2023 48 eventi meteoclimatici estremi sul 79% della costa

scritto da Redazione
Rapporto Spiagge 2023 di Legambiente: nel Lazio, tra 2010 e 2023 48 eventi meteoclimatici estremi sul 79% della costa

Rapporto Spiagge 2023 di Legambiente: nel Lazio, tra 2010 e 2023 48 eventi meteoclimatici
estremi sul 79% della costa, Roma il Comune più colpito nella regione
59% della costa bassa è in metamorfosi da erosione e avanzamento e tra le aree inondabili al
2100 ci sono piana Pontina, piana di Fondi e foce del Tevere
Lazio Terza peggior Regione per incremento di consumo di suolo lungo la costa tra 2006 e
2021 con +8,27% di opere rigide costruite e nei comuni di Roma (Ostia), Terracina,
Sperlonga, Minturno e San Felice Circeo poche spiagge libere
La presentazione del Rapporto si è tenuta a Terracina, dove il circolo locale ha dato vita negli
anni a una grande azione di contrasto alla mala-fruizione del litorale. Tra le buone pratiche
nazionali di gestione della costa, il modello Capocotta al “Mediterranea”
Link al rapporto nazionale completo
https://drive.google.com/file/d/1zqsQgkUk5tLEAJLgZsDButFjtKNQICKU/view?usp=sharing
Legambiente presenta oggi il Rapporto Nazionale Spiagge 2023, lo studio analitico sulla situazione
e i cambiamenti in corso nelle aree costiere italiane che rappresentano una delle cartine di tornasole
più importanti, per capire quali processi ambientali e di gestione sostenibile stanno avvenendo sul
territorio, ma soprattutto per analizzare gli impatti che i cambiamenti climatici stanno già portando.
Per questi motivi quest’anno il Rapporto si articola attraverso una serie di indicatori per capire il
livello di pressione ambientale che le coste stanno vivendo: gli impatti degli eventi meteoidrogeologici, il livello di erosione costiera, la mappatura delle aree e dei porti inondabili, il
consumo di suolo nei comuni costieri, le concessioni del demanio marittimo, la situazione delle
acque di balneazione.
Nel Lazio sono stati registrati 48 eventi meteo climatici estremi sul 79% dei comuni costieri tra
2010 e 2023 e il 59% della costa bassa è stata modificata da erosione e avanzamento tra 2006 e
2019; ma la Regione è anche al terzo posto nazionale per incremento del consumo di suolo (tra
2006 e 2021) con un +8,27% di cemento e impermeabilizzazione lungo le coste. Sul piano della
balneazione, rispetto ai 243 km complessivi di costa sabbiosa, sono 24,47 i cosiddetti km di costa
abbandonata, quelli cioè dove le autorità non concedono la balneabilità per la presenza di foci e
torrenti dove quindi neanche vengono svolte le analisi microbiologiche; 0,8 km di costa sono
interdetti per inquinamento: complessivamente il 10,4% del litorale basso non è balneabile. Intanto,
secondo lo studio “Variazione del livello del mare lungo la costa italiana negli ultimi 10.000 anni”
di ENEA, tra le aree inondabili in Italia al 2100 ci sono le piana Pontina, la piana di Fondi e la Foce
del Tevere.
“Le nostre spiagge vanno preservate da nuovo cemento, inquinamento diretto e dall’entroterra,
eccesso di concessioni che non lasciano spazio alla libera fruizione, opere rigide che modificano
negativamente interi tratti di litorale – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio –
e con il nostro rapporto facciamo proprio il punto su quanto di positivo o negativo accade sulla
costa. Il litorale è una linea in continua e storica metamorfosi, cambia sulla base all’apporto
detritico generato o meno dai fiumi e viene stravolto dagli eventi climatici estremi, scatenati dalle
emissioni climalteranti, come continuiamo a registrare: da aree vaste che rischiano nei decenni la
scomparsa, a spiagge dove più si realizzano strade o edifici e meno si conciliano i cambiamenti
evidenti lungo la linea di costa con quella che può essere la modalità migliore per generare green
economy coniugando tutela ambientale e sviluppo sostenibile. Ci sono troppi errori lungo la costa
laziale, alcuni irreparabili e altri che sembrano inscalfibili: per l’adattamento al clima cambiato,
sono però necessari modelli di intervento morbido che si adattino alle modificazioni del litorale,
fino anche a innalzamenti o arretramenti della linea di costa, o progetti di fruizione sostenibile
come quelli che abbiamo raccontato nel nostro rapporto”.
Nel rapporto spiagge, sono infatti citate tra le buone pratiche, quella della carta dei valori delle
Secche di Tor Paterno a largo di Ostia, un percorso di formazione e qualificazione dell’offerta
turistica, sottoscritta da RomaNatura, Vivilitalia e Pro-Loco Ostia Mare, e il modello gestionale del
“Mediterranea” a Capocotta dove, un chiosco eco-sostenibile che grazie a un bando pubblico, da 20
anni garantisce servizi, cura della spiaggia e della duna, mantenimento della legalità e impegno
ambientalista generando peraltro, caso unico nel Lazio, un importante avanzamento dell’ambiente
dunale.
Per quanto riguarda le concessioni balneari, se ne registrano sul 40,8% dei litorali sabbiosi del
Lazio, ma nei comuni di Roma (Ostia), Terracina, Sperlonga, Minturno, San Felice Circeo la
percentuale di spiagge libere è meno del 50%, contravvenendo così in questi luoghi alla legge
regionale 8/2015; a Nettuno spiagge libere per più della metà della costa solo calcolando il poligono
militare di Torre Astura parzialmente fruibile. Il rapporto di Legambiente analizza in maniera
specifica i “casi” di Ostia e Terracina, in quest’ultimo grazie al lavoro del locale circolo
Legambiente
“Oggi presentiamo qui il nostro rapporto spiagge – commenta Anna Giannetti presidente del
circolo Legambiente Pisco Montano di Terracina – dando seguito e rafforzando il percorso che in
questi anni il nostro circolo ha costruito, proprio nell’analisi scientifica, nella ricerca di modelli
positivi e nel far emergere numeri e casi sbagliati da contrastare sulla nostra costa. Da anni
Terracina e come le nostre spiagge vengono fruite, è salita alla ribalta per problemi connessi a
mancata fruibilità e illegalità diffuse. Ora, ringraziamo tutte quelle forze dell’ordine e di
cittadinanza attiva che ci hanno supportato nel nostro impegno per migliorare il rapporto tra
bagnanti, operatori balneari e tutela della biodiversità litoranea e marina, ma chiediamo un passo
preciso e definito all’amministrazione, mettendoci a disposizione perché venga generato un grande
percorso condiviso, così da immaginare il futuro del nostro splendido litorale, nel pieno rispetto
della legalità, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile”.
Hanno partecipato alla presentazione, tra gli altri: ANNA GIANNETTI presidente del circolo
Legambiente “Pisco Montano” di Terracina, ROBERTO SCACCHI Presidente di Legambiente
Lazio, DANILO RUGGIERI Consigliere Direttivo Nazionale del Coordinamento Mare Libero
DANIELE CERVELLONI, GIUSEPPE MASCI, GABRIELE SUBIACO, VALENTINA OLLEIA,
ANNA MARIA SPERANZA Consiglieri Comunali di Terracina, ANNA MARIA
SPERANZA presidente Commissione Consiliare Ambiente del Comune di Terracina, LORENZO
TEMPESTI Comandante della Guardia Costiera di Terracina, FERNANDO DI
CRESCENZO Referente Ufficio Sviluppo Costiero e Demanio del Comune di Terracina, Famiglia
CERQUA-GHIRO impegnati sul fronte della accessibilità per i disabil

 

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