“La mia risposta alla domanda sulle primarie credo sia stata fraintesa o che io non sia riuscito a spiegarmi al meglio. Sono fortemente convinto della validità delle primarie quale strumento eccezionale di partecipazione democratica per scegliere la propria classe dirigente ma solo se vengono fatte in Paesi dove sono istituzionalizzate, per legge, come nel caso dell’America. Nel nostro Paese purtroppo dove le primarie non sono basate su regole chiare, certe e non interpretabili, e come i casi di cronaca recente avvenuti a Napoli o a Roma evidenziano, il ricorso a questo strumento ha sempre lasciato degli strascichi legati all’assenza di quelle regole che sole possono dare ai cittadini la garanzia del pieno rispetto della propria volontà. Per queste ragioni l’unica strada percorribile in questo momento passa dal tavolo nazionale, insediato per le Regioni Lazio, Lombardia, Molise e Friuli Venezia Giulia e al quale partecipano tutti i partiti del centrodestra, che porterà in tempi rapidi, e in modo compatto ed unitario, a decidere quale sia il candidato migliore alla guida di questa importantissima Regione. Candidato che deve essere espressione dell’unità del centrodestra, capace di incarnare al meglio una azione politica e un programma vicino alle esigenze di tutti i Comuni del Lazio, dotato di un forte radicamento e conoscenza del territorio, con grande capacità e comprovata esperienza non solo politica ma anche tecnico-amministrativa maturata anche in campo professionale”.