“Altro che risanamento! Altro che uscita dalla crisi della sanita’! I conti di Zingaretti sono tutt’altro che in ordine e la verita’ comincia a venire a galla. Mani bucate… Nella cornice sbadigliante del Consiglio regionale si e’ cominciato a capire ieri che non e’ tutto oro quel che luccica. E la palma della chiarezza va a Pietro Sbardella, consigliere del gruppo misto, che ha denunciato come stanno le cose. Non ci sono solo i trenta miliardi di debito della Regione Lazio spiattellati dalla Corte dei Conti; ma c’e’ anche la sorpresa che Zingaretti non ha risparmiato un solo euro nella gestione delle politiche della salute. In compenso, tasse come mai si erano viste e tagli con l’accetta. È tutto scritto nell’ultima relazione della magistratura contabile e Sbardella, presidente del gruppo misto e militante del centrodestra, ha messo le cifre una accanto all’altra. Spariscono 60 milioni dal sociale, 5 dalla cultura, un altro bel gruzzolo dalla differenziata, e poi il resto della magia. Quando Zingaretti prese in mano le redini della regione, il disavanzo nella sanita’ era a 650 milioni. Finora il governatore raccontava – ma lo diceva solo lui – di essere sceso a 150. È la solita balla stratosferica a beneficio dei gonzi. In realta’, nell’anno di grazia 2013, lo Stato versava alla regione Lazio 9,510 miliardi di fondo sanitario. Ora si arriva alla bellezza di 10,250 miliardi. L’aumento e’ di ben 740 milioni l’anno. Sfido io a governare cosi’. È praticamente il solito imbroglio propagandistico, tenuto conto anche dei 400 milioni che ci sono stati finalmente riconosciuti dopo anni e anni di battaglie che risalgono addirittura alla mia amministrazione, per il riconoscimento dell’aumentato peso demografico del territorio. Non solo Zingaretti incassa molto di piu’ dallo Stato rispetto a chi lo ha preceduto, ma vuole continuare a spremere i cittadini, visto che e’ sparito, nella manovra finanziaria 2017, ogni riferimento alla fine del commissariamento della sanita’. Fanno comodo al governatore quei 900 milioni che ogni anno scuse ai contribuenti del Lazio tra Irpef e Irap. Fa uno sconto equivalente a meno di mezzo caffe’ al giorno e in compenso taglia in maniera brutale i servizi sanitari, a partire dai reparti ospedalieri. È virtuoso il governatore? Nemmeno per idea, visto che non muove dalle poltrone – salvo fuga dei diretti interessati – i direttori generali spendaccioni degli ospedali romani, che vantano disavanzi annuali da record. Per non parlare delle liste d’attesa, che sono sempre piu’ memorabili quanto a negativita’ delle prestazioni. Ormai i malati devono rivolgersi al privato o ad altre regione; ed e’ davvero un peccato perche’ la sanita’ laziale – con i suoi professionisti – non avrebbe nulla da invidiare al resto d’Italia. Ma la regione taglia e non valorizza. E il malato emigra o non si cura. In queste ore ci batteremo per tentare di correggere gli aspetti piu’ iniqui della manovra di Zingaretti, puntando a controllare direttamente i conti degli ospedali in piano di rientro. Ma gia’ sappiamo che la maggioranza non tollera che qualcuno ficchi il naso nei suoi affari sanitari”. Lo scrive su Il Giornale d’Italia Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio.