“L’amministrazione Zingaretti non si smentisce mai. Anche con il Collegato al Bilancio 2020 dimostra di preferire i provvedimenti straordinari alle leggi ordinarie. Da sempre chiediamo di regolamentari diversi ambiti con leggi di settore. Occorre entrare nel merito di una legge, capire quali siano le esigenze dei territori per renderla uno strumento valido, concreto, a disposizione delle comunità che siamo chiamati a rappresentare. C’è invece l’incapacità di fondo della Regione guidata da Zingaretti di legiferare.
E’ accaduto, solo per fare alcuni esempi, nel caso della legge Delrio, tanto che la Regione Lazio è l’unica in Italia a non averla mai attuata mettendo in scena proposte di legge che tra rinvii e riedizioni si sono perse nei meandri della memoria.
Per non parlare della riorganizzazione dei Consorzi agrari, dove è mancata una riforma funzionale al territorio, mentre noi noi volevamo intervenire con una legge di settore che entrasse nel merito.
Ancora più eclatante è il caso della riorganizzazione dei Consorzi industriali. In quest’ultimo ambito abbiamo chiesto interventi per rivitalizzare le volumetrie, rilanciare le aree industriali con siti dismessi, penso alla zona di Pomezia come alle province di Latina e Frosinone. Ed invece si è pensato solo alla nomina del presidente del Consorzio unico. Anche in questo settore è stato perso l’ennesimo treno.
Aspettiamo ancora il piano agricolo regionale. Le imprese fanno sempre più fatica in questo comparto. C’è la necessità di differenziare le colture estensive ed intensive, i territori del Lazio non sono tutti uguali. Anche nell’ambito della medesima provincia si riscontrano differenze notevoli. Serve una legge specifica che disciplini bene il settore.
Ci chiediamo poi che fine abbia fatto il testo unico per l’Urbanistica. Occorre una legge ordinaria che contenga misure reali di semplificazione burocratica, nonché di sviluppo a sostegno di imprese e cittadini.
Lo stesso dicasi per le politiche sanitarie e sociali. Bisogna infine apportare i correttivi necessari alla materia riguardante la compartecipazione alla spesa sociale, aumentando la quota a carico del pubblico. La platea di utenti che richiede l’assistenza in strutture residenziali e semiresidenziali è notevolmente aumentato. Oggi mediamente il cittadino paga alla struttura 1.850 euro al mese. E sono chiamati tutti i familiari a corrispondere quell’importo. Ora quest’amministrazione deve venire incontro alle loro esigenze”.
Lo dichiara in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.