“Un mese fa scoppiava in provincia il caso Sapa, con l’annuncio della chiusura e del conseguente licenziamento di 136 lavoratori. Oggi gli operai dell’Aviointeriors protestano per il mancato pagamento degli stipendi e delle regole contrattuali e per le procedure di mobilità annunciate per 150 dipendenti. Quella che continuiamo a legge sul territorio pontino è la cronaca quotidiana della morte del lavoro e troppo spesso di aziende che dimostrano un atteggiamento di totale chiusura rispetto alle richieste delle istituzioni e alle esigenze di un territorio che all’industria ha dato tanto”.
E’ la riflessione della consigliera regionale del gruppo Per il Lazio Rosa Giancola dopo l’ennesimo colpo all’economia del territorio dato dall’annuncio del licenziamento di altri 150 operai, provenienti questa volta dall’Aviointeriors di Latina. La dimensione del fenomeno è ormai quella di un’emergenza. In occasione del consiglio comunale congiunto del 15 maggio scorso davanti ai cancelli di Sapa di Fossanova, la consigliera Giancola aveva promosso un documento congiunto firmato anche dai sindaci e dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil.
“Al di là dei singoli tavoli di crisi che si riuniranno in Provincia e in Regione, torno a ribadire – spiega ancora Rosa Giancola – la necessità di aprire presso la Regione Lazio, con la partecipazione di tutti i livelli istituzionali, un “caso Latina” per affrontare le crisi industriali di questo territorio proponendo misure concrete e strumenti in grado di programmare lo sviluppo. Diversamente, continueremo a rincorrere l’emergenza e a manifestare inutile solidarietà a tutti coloro che perdono il lavoro e che ci chiedono risposte e interventi. Se è vero che la crisi della provincia non possiede gli indicatori che configurano esattamente un’area di crisi complessa, è forse altrettanto vero che nella somma dei numeri di tutte le crisi aziendali degli ultimi anni il territorio pontino rappresenta proprio questo”.
“L’attuale situazione – conclude la consigliera – impone infatti una riflessione che vada oltre l’emergenza e che affronti il problema del lavoro, della disoccupazione e delle crisi aziendali in una prospettiva a lungo termine, che parta da un sistema di legalità e controllo e approdi a un modello di ricostruzione del tessuto economico. La situazione del lavoro va allora riformata anche a partire da un sistema di legalità, che deve pretendere assoluta trasparenza e certezza nei bilanci delle imprese. Oggi siamo tutti chiamati a nuove responsabilità, lo sono i lavoratori, lo sono i piccoli imprenditori che resistono alla crisi, lo sono certamente le istituzioni che hanno il dovere di vigilare sulle crisi e di salvaguardare il lavoro. Ma anche le grandi aziende devono rispondere a criteri di trasparenza e a principi di responsabilità sociale”.