REGIONE, I CONTI DELLA SANITÀ DEL LAZIO IN COMMISSIONE BILANCIO
“L’ultima audizione in commissione Bilancio in
vista della manovra 2017 ha visto protagonisti i vertici amministrativi della
sanità regionale, tuttora commissariata: Alessio D’Amato, responsabile
della cabina di regia e Vincenzo Panella, a capo della direzione salute e
politiche sociali. Ai consiglieri sono stati consegnati i dettagli del
programma operativo 2016-2018 concordato con il governo nell’ambito del
percorso di uscita dal piano di rientro”. Così una nota dell’Area
Informazione del Consiglio regionale del Lazio.
“Se il precedente programma operativo aveva l’obiettivo prioritario di
ridurre la spesa sanitaria e ridefinire delle regole di funzionamento del
sistema e riorganizzazione dei servizi – spiega – la nuova stagione 2016-2018
ha l’obiettivo di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario e
sviluppare un’organizzazione dei servizi rispondente ai fabbisogni di
assistenza, in un contesto caratterizzato dal progressivo invecchiamento
della popolazione e dal maggior impatto della domanda per patologie croniche
ed a rischio di disabilità. Ribadita la cancellazione della quota regionale
aggiuntiva al ticket nazionale su alcune prestazioni; annunciate 3.502
assunzioni entro il 2018; avviato un piano da 264 milioni di euro di risorse
destinate all’ammodernamento tecnologico di Asl e ospedali, nonché a
lavori di riqualificazione. Sul fronte della riorganizzazione e del
rafforzamento delle reti, due novità previste dal programma operativo da
realizzare entro dicembre 2017 sono: l’attivazione di quattro nuove unità
di trattamento neurovascolare per la rete ictus e un servizio h24 per la
parto-analgesia negli hub ospedalieri della rete perinatale. Forniti poi dal
direttore Panella i dati dei programmi di screening per i tumori. In un anno
(dal 2014 al 2015) sono aumentate di 35.000 unità le adesioni allo screening
per la mammella, di 6.000 per la cervice uterina, di 50.000 per il colon
retto”.
D’Amato si è invece concentrato sulle componenti di bilancio riguardanti
la sanità regionale, puntualizzando che tali voci sono giocoforza legate
alle quote assegnate al Lazio nell’ambito del fondo sanitario nazionale e
alla quantità di fondi vincolati al raggiungimento di obiettivi stabiliti
dal piano di rientro. “La legge finanziaria nazionale 2017 – ha spiegato
– ha rideterminato il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario
nazionale standard. Le risorse assegnate, al netto del saldo di mobilità
sanitaria interregionale, alla Regione Lazio sono risultate pari a 10.052
milioni di euro”. A questa cifra vanno aggiunti il finanziamento al
disavanzo, investimenti, partite di giro e payback farmaceutico, per un
bilancio complessivo di 16 miliardi.
Secondo la relazione consegnata alla commissione, il finanziamento aggiuntivo
corrente, è stato poi determinato sulla base delle esigenze rappresentate
dal Sistema sanitario regionale, e delle disponibilità del bilancio
regionale, nell’importo di euro 4.679.629,12. Il valore dell’aggregato
delle entrate proprie (determinate da ulteriori trasferimenti pubblici e
ticket) risulta infine pari a 419,7 milioni per il 2016, 432 per il 2017 e
406,8 per il 2018.
Per le forze di opposizione, i conti, però, risultano migliorati più in
virtù dello sblocco di maggiori fondi statali che a migliori performance di
sistema. Nonostante ciò, ha precisato il consigliere Sbardella (Misto),
“è evidente la mancanza di riferimenti all’uscita dal piano di rientro
tra i documenti all’attenzione della commissione”. Il Movimento 5 stelle
ha invece chiesto chiarimenti sui sosti della cabina di regia e sui risparmi
attesi ed effettivi rispetto all’accorpamento di Asl predisposto dalla
Regione.
Criticate, da più parti, anche le modalità di comunicazione del presidente
Zingaretti rispetto alle innovazioni lanciate in ambito sanitario: “Troppe
conferenze stampa, pochissime comunicazioni ufficiali al Consiglio”, si è
lamentato Aurigemma, ponendo anche la questione del budget assegnato
periodicamente alle strutture accreditate. “Viene definito troppo tardi, a
fine anno, quando la maggior parte delle prestazioni ormai è stata resa”.
Per la maggioranza, Petrangolini (Pd), pur apprezzando la relazione e i
contenuti del programma operativo, ha chiesto i motivi che determinato la
spiccata mobilità interregionale passiva da parte di cittadini laziali che
scelgono di curarsi altrove, determinando una previsione di passivo di 490
milioni di euro nel prossimo triennio.
Per Storace (la Destra), la mobilità passiva è determinata dal taglio dei
servizi, compresa la salute mentale, la cui consulta regionale, secondo il
consigliere, “continua a non trovare interlocuzione istituzionale malgrado
i dati allarmanti trasmessi”.
De Lillo (Cuoritaliani) ha insistito sugli sforamenti e sui debiti di alcune
aziende ospedaliere pubblici “senza che paghino scotto i manager scelti
dalla Regione”.
Nella sua replica, D’Amato ha citato esempi di miglioramento e rilancio di
servizi: dalle cure all’Hiv all’aumento dei trapianti. “Sono 27 gli
ambulatori di continuità assistenziale aperti nei weekend e nei giorni
festivi a Roma e nelle province; 12 le case della salute aperte”, ha
dichiarato. Nel dato di mobilità passiva, ha poi spiegato, sono comprese
anche le prestazioni rese a cittadini laziali presso il Bambino Gesù (160
milioni) e l’Ospedale San Giovanni Battista (30 milioni), che vengono letti
dal sistema come strutture gestite da stati esteri e quindi estranee al
computo regionale, falsando il saldo finale. Sul tema dell’uscita dal
commissariamento, infine, D’Amato ha fornito la data del giugno 2017 come
prossimo momento di verifica con il governo rispetto alle priorità definite
dal nuovo programma operativo.
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REGIONE, ZINGARETTI: PIANO TURISMO RIMETTE AL CENTRO VISIONE E
STRATEGIA
“Noi non vogliamo fare annunci, ma offrire linee
guida a una comunità. In tre anni si sono succeduti 4 Governi e 4
amministrazioni comunali a Roma, ma in questa situazione di frammentazione è
molto importante fare di tutto per offrire delle certezze. E questo nasce dal
rimettere al centro una visione, una strategia, una chiamata a raccolta delle
forze migliori di questo campo per indirizzarne le potenzialità”. Lo ha
affermato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti presentando
questa mattina a Roma il piano ‘Lazio emozioni fuori porta, cinque mosse
per il Turismo’, ideato per valorizzare i territori ed i beni culturali
della Regione. Per il presidente “se ci fosse più chiarezza, competizione e
strategia tra giganti come Fiera di Roma, la Nuvola di Fuksas e il polo
congressuale saremmo tutti un po’ più forti. Abbiamo un triangolo d’oro
formato da Colosseo, aeroporto di Fiumicino e porto di Civitavecchia, con
dentro una Fiera che all’interno di un sistema avrebbe ancora più
possibilità, e la Nuvola che porterebbe occasioni di eccellenza
congressuale. Per fare tutto questo bisogna chiamare a raccolta tanti
operatori, che però per essere forti hanno bisogno di strategie condivise”,
ha concluso.
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FORLANINI, SANTORI (FDI): ZINGARETTI HA MENTITO, OSPEDALE VERRÀ
VENDUTO
“Con la delibera di giunta n. 766 del 13 dicembre
scorso, Nicola Zingaretti cede alla speculazione ‘Vendita del complesso
immobiliare ex ospedale Carlo Forlanini ed ennesima presa in giro verso i
cittadini che dopo aver convissuto con il degrado di una struttura storica di
Roma, e dopo la promessa di una cittadella della Pubblica amministrazione da
parte di Zingaretti, ora vedono questo antico gioiello ceduto a soli 70
milioni di euro al miglior offerente dopo che è stato fatto marcire
volutamente in questi anni” . E’ quanto dichiara Fabrizio Santori,
consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia in merito
all’approvazione della Delibera di Giunta n. 766 del 13 dicembre promossa
dall’assessorato Bilancio e Patrimonio della Regione Lazio, avente per
oggetto individuazione modalità di azione per la valorizzazione del
compendio immobiliare ‘ex Ospedale Carlo Forlanini in Roma ed
autorizzazione alla riclassificazione nell’inventario dei beni immobili
regionali’ “. Così una nota del consigliere regionale Fabrizio Santori.
“Un arzigogolato burocratese – aggiunge – che nasconde di fatto le procedure
per l’inserimento del complesso di via Portuense nell’ambito degli
immobili da alienare, ovvero in vendita. Altro che riqualificazione per
creare una cittadella della pubblica amministrazione, secondo le linee di
indirizzo annunciate non più di tre mesi fa dalla giunta Zingaretti. Un modo
come un altro per svendere un patrimonio di pregio e fare cassa dopo che per
mesi l’ex nosocomio è stato volutamente lasciato nel totale abbandono degli
spazi esterni e interni ormai divenuti rifugio per immigrati, prostitute,
senza tetto, balordi e spacciatori tra immondizia, pavimenti allagati, guano
di piccioni e vetri rotti. Peraltro le operazioni di vendita descritte nella
delibera hanno il sapore dell’imbroglio ai danni dei cittadini con lo
stesso stile amministrativo già visto per l’acquisto della sede unica
all’Eur dell’ex Provincia di Roma, e la cessione di un patrimonio di gran
pregio per una spesa complessiva di 280 milioni di euro sempre gestita da
Zingaretti tra il 2008 e il 2013. La svendita si palesa con un prezzo
ridicolo fissato a 70 milioni di euro che appare decisamente inadeguato
rispetto ai 280 mila metri quadri dell’intero compendio immobiliare”.