”La condizione del pronto soccorso del Santa Maria Goretti di Latina è inaccettabile, come ho constatato nel gennaio scorso durante un blitz. Questo è il modello della sanità di Nicola Zingaretti”. Lo scrive su Facebook il capogruppo della Lega in Regione Lazio, Orlando Angelo Tripodi, commentando il servizio di Striscia la notizia.
”Sono i risultati della forbice e del fallimento del Pd – spiega Tripodi -. I Punti di primo intervento rischiano la chiusura, di cui ben 7 in provincia di Latina, e le Case della Salute non sono decollate, aperte una quindicina sulle 48 annunciate nel 2013; basta pensare che in quella di Sezze è crollato il solaio quattro anni fa e la zona è ancora interdetta né sarebbero stati chiesti finanziamenti per il ripristino. In più i tempi delle liste di attesa sono rimasti pressoché invariati, insomma nel Lazio si attende un’eternità per una visita nel pubblico”.
Le priorità di Tripodi sono chiare: ”Intanto il governo, tramite il sottosegretario Claudio Durigon, ha confermato i 75 milioni di euro per la realizzazione dell’ospedale del Golfo e serve un nuovo nosocomio nel capoluogo, sostenendo, come abbiamo indicato in una mozione regionale, la validità del protocollo d’intesa ‘Latina ospedale sicuro’, siglato il 24 giugno 2003 tra il Comune di Latina e l’Asl di Latina. Il che permetterebbe la nascita dell’ospedale presso Borgo Piave attraverso un progetto di finanza su un terreno regionale. Una struttura nuova e strategica che sorgerebbe vicino alla futura Roma-Latina! In più – continua Tripodi – occorre salvare i Ppi, su proposta della Lega in un’altra mozione, potenziandoli con posti di breve degenza e ambulatori specializzati al fine di drenare gli accessi nei pronto soccorso. Se nel 2000 i posti letto erano 720 in provincia di Latina, oggi sono meno di 400 dopo la chiusura degli ospedali di Cori, Priverno e Sezze. Zingaretti tace, pensa al Pd e bleffa sull’uscita dal commissariamento, la cui fase non è terminata malgrado l’annuncio del dicembre 2017 insieme all’ex ministro Beatrice Lorenzin. Si dimetta!”.