Attualmente nel Lazio ci sono 780 beni confiscati alle mafie assegnati ai comuni, mentre ulteriori 1023 verranno assegnati nei prossimi mesi. I Comuni beneficiari nel Lazio sono 72: 13 in provincia di Frosinone, 17 in provincia di Latina, 2 a Rieti, 5 a Viterbo e 35 in provincia di Roma.
Il positivo incontro di oggi ha avuto l’obiettivo di creare sinergie per sviluppare un sistema condiviso per il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Una sfida che vede protagonisti gli Enti Locali, i Municipi e le realtà del terzo settore ai fini di una condivisione degli obiettivi di legalità e restituzione ai cittadini di quanto confiscato alle mafie. Con la riunione di questa mattina la Regione vuole mettersi a disposizione dei Comuni e delle Associazioni per condividere le strategie per il riutilizzo sociale dei beni confiscati e superare le criticità che spesso presenta la gestione di questi immobili. Anche per questo, oggi si sono discusse le linee guida per la definizione del bando da 1 milione di euro per la ristrutturazione, che la Regione pubblicherà ad aprile. Emersa anche l’esigenza di da parte dei Comuni di un seminario di formazione si terrà a maggio.
“La Giunta Zingaretti è da sempre impegnata nella lotta alle mafie e la restituzione alla collettività dei beni confiscati rappresenta senza dubbio la risposta più concreta alle richieste dei territori e alle esigenze dei cittadini – così Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità, che ha aggiunto: la trasformazione di questi beni immobili – prosegue Gianpiero Cioffredi – in luoghi di incontro, socialità, accoglienza è un modo efficace per dimostrate l’impegno quotidiano di Forze dell’Ordine e istituzioni a combattere la criminalità organizzata. Il territorio deve essere in grado di cogliere queste opportunità. Con la riunione di oggi abbiamo fatto un salto di qualità importante. Ringraziamo davvero tanto il Sottosegretario al Ministero dell’Interno Luigi Gaetti per la sua preziosa disponibilità a condividere con noi questo percorso di lavoro. E’ più forte oggi la capacità dei comuni di trasformare questo patrimonio in qualità e servizi. Così inoltre trasformiamo la lotta alla mafia in qualcosa di popolare e diffuso. Tutti e tutte con responsabilità possono essere protagonisti di questa lotta con un impegno che va nella trasformazione di un bene”.