L’iniziativa nasce dall’esigenza di dotare il Lazio di una specifica normativa di riferimento definendo un modello di mediazione minorile soprattutto in ambito penale.
«La proposta di legge – spiega Forte – ha l’obiettivo di istituire in centro unico di mediazione all’interno dei distretti sanitari anche alla luce dei nuovi orientamenti della Regione Lazio sulla riorganizzazione ed il riassetto degli stessi distretti, individuati come centri di governo nella produzione ed erogazione di servizi socio-sanitari. La mediazione è una modalità di regolazione dei conflitti attraverso una rivisitazione dei propri comportamenti e può svolgere un ruolo fondamentale se applicata alle problematiche che coinvolgono i minori perché rappresenta uno strumento di garanzia nei conflitti che si sviluppano in ambito familiare e in quelli connessi a fatti di rilevanza penale o inerenti l’ordinamento penitenziario. La legge intende quindi promuovere la mediazione – spiega ancora il consigliere regionale del Partito Democratico – in supporto alle famiglie per favorire la responsabilità parentale con riferimento alla salvaguardia dell’equilibrio psico-fisico dei minori, in particolare quelli a rischio di esclusione sociale oppure sottoposti a procedimento penale. L’obiettivo è favorirne il reinserimento scolastico e rafforzare la capacità di risolvere i micro conflitti che destabilizzano i minori, la comunictà all’interno della quale vivono e diffondono insicurezza».
La proposta di legge prevede che le attività di mediazione del centro unico trovino applicazione in tutti i campi del vivere quotidiano del minore, in particolare quello familiare, quello scolastico e quello penale. Non si tratta di un soggetto che intende sostituirsi alla giurisdizione ma po’ indubbiamente dialogare e collaborare con tutti quei soggetti – autorità giudiziaria, enti pubblici e altro – che dei minori sono chiamati ad occuparsi nell’ambito delle proprie specifiche competenze. L’idea è quella di istituire un centro per ciascuna Asl utilizzando eventualmente l’impiego del personale in servizio e dando facoltà al Tribunale per i minori di Roma di nominare un suo rappresentante all’interno della Commissione di coordinamento per la mediazione della Regione Lazio.