“Dopo lunghe giornate di ripensamenti e colpi di
scena il consiglio regionale si è pronunciato. Lo ha fatto negando il
contratto giornalistico a tutti coloro che lavorano per l’istituzione Regione
in Consiglio e in Giunta. Confermata invece la norma che prevede il contratto
giornalistico per gli addetti stampa dei gruppi (emendamento Aurigemma). È
prevalsa la linea del partito democratico, avallata e spinta dal presidente
del consiglio regionale Daniele Leodori e alla fine accettata dal gruppo
guidato da Massimiliano Valeriani, tradotta in un submaxiemendamento alla
legge di stabilità che ha impedito il confronto democratico in aula sul
punto.
A nulla sono valsi i nostri appelli, il conforto di scelte analoghe delle
altre regioni tutte nel segno del contratto giornalistico, il forte sostegno
della FNSI. È prevalsa una logica di puro scambio, di gioco a rimpiattino
sulla base di pareri legali (speriamo di un tipo diverso dal penultimo che
non era neanche firmato dal legislativo), di mancanza di coraggio e di
visione politica, di sprezzo nei confronti di una questione relativa ai
diritti, alla legittimità e alla titolarità degli stessi, sulla base
dell’idea che questi colleghi sono un “costo della politica”. Paradossalmente
l’aula riconosce legittimamente i diritti del contratto ai colleghi dei
gruppi che rappresentano più strettamente un costo della politica e non ai
colleghi che lavorano per le Istituzioni, l’espressione più alta della
Politica. Dobbiamo invece ringraziare tutti quei consiglieri regionali che
hanno anteposto la libertà di scelta all’obbedienza di partito o di
schieramento, a iniziare dai firmatari dell’emendamento ‘contratto’, la
collega Marta Bonafoni (Si-Sel) e i consiglieri Daniele Fichera (Psi), Piero
Petrassi (Centro democratico) e Baldassarre Favara (Pd). Si sono battuti fino
all’ultimo per il riconoscimento e l’applicazione di giusti diritti. Una nota
di merito va anche ai consiglieri Giuseppe Cangemi (Cuoritaliani) e Valentina
Corrado (Movimento Cinque Stelle) per aver condiviso le nostre istanze.
La decisione dell’aula della Pisana non può però essere la pietra tombale
di legittime rivendicazioni dei colleghi. È ora che si sblocchi la vicenda
degli uffici stampa che lavorano per gli enti pubblici attraverso un’azione
decisa del sindacato sul ministero della Funzione pubblica e sull’Aran.
Stampa Romana sosterrà ogni tipo di mobilitazione o lotta che i colleghi
degli uffici stampa della Regione vogliano mettere in campo”. Lo comunica, in
una nota, l’associazione stampa romana.