“Ricordate la proposta di legge sul riordino delle società regionali, approdata a novembre alla Pisana, che in prima lettura sembrava una circolare interna, uno scarabocchio piuttosto che una legge tout court? Quello fu il bislacco tentativo della Giunta Zingaretti di mortificare il ruolo istituzionale del Consiglio regionale: tentativo poi fallito grazie al buonsenso di tutti. Ma a distanza di sei mesi stavolta all’esecutivo tecnico – quindi di mancata espressione popolare – lo scherzetto è riuscito benone grazie allo scandaloso sub maxiemandamento tombale, che ha portato rapidamente all’approvazione della spending review regionale e alla cancellazione istantanea delle rivendicazioni dell’opposizione. Si tratta di una scelta che, seppur legittima, appare assolutamente ambigua e scellerata, poiché di fatto svuota il consiglio regionale delle sue funzioni catalogandolo a mero spettatore della volontà di Zingaretti, decantato eroe di trasparenza e democrazia. Zingaretti, che non si è mai degnato di venire in aula per discutere un collegato di bilancio, quasi più lungo e complesso del bilancio stesso. Un calderone economico-finanziario di 46 articoli, dove non si percepisce nessuna forma reale di risparmi presenti e futuri e si pensa soprattutto a nuove sfornate di consulenze esterne e a far pagare un Irpef da capogiro a quasi un milione di cittadini. C’è, infine, profonda indignazione per la montagna di carta sprecata nella distribuzione d’aula: migliaia di copie con gli emendamenti, rimasti indiscussi perchè impietosamente cassati dal maxi emendamento zingarettiano. Insomma, una delle pagine più nere di questo Consiglio regionale”. Così il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.