“Con l’annuncio della seconda rivoluzione delle società partecipate, Zingaretti non si smentisce, e continua a vendere fumo“. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale Pietro Sbardella. “Già nel giugno del 2013 con la legge n. 4 (art. 22) approvata a larga maggioranza, la Regione Lazio si era dotata di uno strumento utile a raggiungere gli stessi scopi previsti dall’ultima legge di stabilità nazionale (comma n.611). La legge regionale prevedeva apposite proposte di legge della Giunta e il passaggio in Consiglio regionale – aggiunge – Peccato che questo strumento sia stato utilizzato ad oggi in un solo caso con l’approvazione del riordino delle società ex Sviluppo Lazio (peraltro ancora non concluso), e nulla più. Tanto è vero che la proposta di legge della giunta sulle società operanti sulla mobilità è stata presentata nel lontano settembre 2014, e a tutt’oggi la maggioranza non è nemmeno stata capace d’ incardinarla in commissione. La legge di stabilità nazionale innova solo per un punto, che a Zingaretti deve essere sembrato la realizzazione di un sogno: saltare il Consiglio regionale con le sue prerogative legislative, e risolvere con un decreto del Presidente. Un vero e proprio schiaffo alle opposizioni che votarono la legge regionale sulla spending review nel 2013, ma anche alla maggioranza in Consiglio che viene spogliata della possibilità di votare e decidere. Zingaretti, incapace di condividere – conclude Sbardella – dopo due anni trova lo strumento per confermarsi ‘uomo solo al comando’, anche sul tema delle partecipate“.
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