In particolare i vertici della Regione dovranno accrescere lo sforzo per incrementare la percentuale di raccolta differenziata e dare attuazione al piano di prevenzione e riduzione, realizzando le “banche del riuso”. Tutela della salute dei cittadini, prevenzione dei danni ambientali e sostegno dei comuni coinvolti sono gli altri impegni che il Consiglio ha assegnato al presidente della Regione e all’assessore ai rifiuti. Tra di essi figura quello ad avviare rapporti di collaborazione con Roma per affrontare le emergenze che si manifestano in città. Nell’ordine del giorno si parla di attuazione delle indicazioni in materia di economia circolare, secondo le indicazioni della Commissione europea e del governo.
Zingaretti e Buschini dovranno dare informativa alla commissione consiliare competente a proposito dell’esito delle richieste alle amministrazioni locali circa l’individuazione di nuovi “siti di servizio”. Il Consiglio regionale ha inoltre impegnato il governo regionale ad avviare subito l’iter per la realizzazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti organici e della differenziata, a bonificare – direttamente o indirettamente – i siti inquinati, a valutare negativamente ogni ipotesi di investimento in impianti di termovalorizzazione e a vigilare sulla realizzazione di nuove centrali a biogas.
Respinti quattro ordini del giorno di iniziativa delle opposizioni. Uno con primo firmatario Giancarlo Righini (FdI), che tra l’altro aveva richiesto la seduta straordinaria di oggi, due di iniziativa del Movimento cinque stelle (su Borgo Montello e sugli ambiti territoriali ottimali) e infine uno di iniziativa di Antonello Aurigemma (FI) ed esponenti di Cuoritaliani, Fratelli d’Italia e la Destra sulla delibera di Giunta sul fabbisogno di impianti.
Prima della votazione degli atti di indirizzo finale si è svolto un ampio dibattito sulla relazione dell’assessore Mauro Buschini. Ai lavori ha partecipato anche il presidente Nicola Zingaretti.
Raccolta differenziata raddoppiata dal 2010 al 2014, dieci per cento in meno di rifiuti prodotti, impianti sufficienti per quanto riguarda il trattamento meccanico biologico, nessun nuovo impianto per la termovalorizzazione. Ancora a rischio per quanto riguarda le discariche.
Questo il quadro tratteggiato dall’assessore regionale all’Ambiente, Mauro Buschini, che ha introdotto la seduta straordinaria del Consiglio regionale, presieduta da Daniele Leodori, dedicata alla situazione dei rifiuti nel Lazio. Buschini in apertura aveva ricordato il lungo percorso portato avanti dalla Regione sul tema dei rifiuti, a partire dal 1992, con il primo commissariamento da parte del governo, per arrivare alla delibera del 22 aprile 2016 con la quale si è avviato l’aggiornamento del piano rifiuti.
Nella parte centrale dell’intervento, l’assessore ha fatto la fotografia della situazione atttuale, ha ricordato fondi stanziati dalla Regione e ha indicato gli obiettivi da raggiungere: cambiamenti nei modelli di produzione, misure sul riutilizzo, miglioramento della raccolta differenziata, informazione e sensibilizzazione. “La produzione complessiva di rifiuto urbano – ha spiegato – è passata dai 3milioni e 399.808 tonnellate del 2010 ai 3milioni e 82.372 tonnellate del 2014. La raccolta differenziata, su scala regionale, è passata dal 16,5 al 32,7 per cento”.
Il nodo da sciogliere, secondo l’assessore, restano le discariche: “Piccoli impianti di servizio, mai più megadiscariche come Malagrotta, che devono essere individuati”. La volumetria disponibile alla fine del 2015, infatti, era di appena un milione di metri cubi a fronte delle 300mila tonnellate annue di rifiuti che vengono ancora conferiti in discarica. Nei prossimi tre anni, in attesa di avere in esercizio i nuovi siti, Buschini ha ipotizzato l’ampliamento degli impianti esistenti. L’assessore, in conclusione, ha centrato l’attenzione su una serie di situazioni specifiche: dall’incendio di Pontina Ambiente del 30 giugno, alla “questione Roma”. “Sono tre – ha spiegato Buschini – i grandi punti di lavoro: aumentare la differenziata, individuare una nuova area per un piccolo sito di smaltimento, realizzare gli ecodistretti”. Per quanto riguarda, infine, l’individuazione delle nuove aree dove realizzare gli impianti, al Regione ha inviato una nota l’11 maggio 2016 a tutte le amministrazioni competenti, dando loro un termine di 120 giorni.
Pietro Di Paolo (Cuoritaliani) ha definito la relazione dell’assessore “deludente, insoddisfacente e in parte scorretta, perché riporta scenari e accadimenti che non sono esattamente come ricordati”. Ha rivendicato, in particolare, che le due infrazioni che gravavano sulla Regione sono state chiuse grazie all’approvazione del piano rifiuti del 2012 e ad altre ordinanze sempre della Giunta Polverini. Di Paolo ha poi contestato il fatto che l’unica strada descritta per uscire dall’emergenza “è una strada vecchia di dieci anni”, quella di allargare le discariche esistenti nel territorio regionale: “la frettolosa abolizione dello scenario di controllo da parte della Giunta Zingaretti mette ora nella condizione di avere meno armi da utilizzare”. Ha chiesto infine chiarimenti rispetto a chi sosterrà le spese di capping delle discariche di Malagrotta e Guidonia Montecelio ed ha sottolineato come le risorse stanziate per il triennio 2014-2016 siano inferiori rispetto a quelle del periodo 2012-2014.
Secondo Antonello Aurigemma (FI) la responsabilità dell’attuale situazione è in gran parte dovuta ad una mancata programmazione da parte dell’amministrazione regionale. “Non vorrei che questa mancata programmazione – ha sottolineato – ricadesse sulle amministrazioni comunali e provinciali”. Ha poi contestato l’abolizione, da parte dell’attuale amministrazione, dello scenario di controllo previsto nel piano rifiuti della Giunta Polverini. Rivendicando la competenza del Consiglio in materia di programmazione ha quindi chiesto all’assessore Buschini di portare in Aula la delibera con cui la Giunta ha modificato la determinazione del fabbisogno e stabilito l’ampliamento delle discariche.
Silvana Denicolò (M5s) ha puntato l’attenzione sulla discarica di Roncigliano: “L’incendio del 30 giugno nell’impianto di Pontina Ambiente ha provocato una nube tossica di grandi dimensioni. Temiamo per la salute dei cittadini. Da parte nostra abbiamo presentato un esposto alla Procura della repubblica di Velletri. Il vero problema per quanto riguarda la discarica di Roncigliano, però, parte dall’ubicazione, in mezzo alle vigne dei colli albani, a 200 metri dalle abitazioni. Un sito enorme che è arrivato al settimo invaso, di proprietà della galassia Cerroni. Per non parlare dei Comuni non virtuosi che possono scaricare in un altro Comune. E’ assurdo”.
Gino De Paolis (Si-Sel): “Gli stanziamenti per la differenziata, 220 milioni di euro, non conferire più il rifiuto talquale: sono grandi risultati”, ha dichiarato nel suo intervento. De Paolis poi ha chiesto una serie di chiarimenti: sui maggiori costi che dovrà sostenere il comune di Albano dopo l’incendio, sulla situazione di Civitavecchia. “Ogni Comune – ha spiegato ancora – deve farsi carico dello smaltimento dei rifiuti che produce. Bisogna premiare le amministrazioni più virtuose per quanto riguarda la differenziata. Dobbiamo arrivare presto a discutere in quest’aula il nuovo piano rifiuti”.
“Con l’ultima delibera – ha dichiarato Pietro Sbardella (Gruppo misto) – la Giunta si è sostituita al Consiglio regionale. Siamo curiosi di vedere cosa farà il nuovo sindaco di Roma, Virginia Raggi sulla discarica. Questione impianti: il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, parla di rischio Napoli per Roma, di carenze strutturali negli impianti a livello regionale e voi parlate di situazione in equilibrio, dite che non ne servono altri perché prevedete di arrivare in appena tre anni al 70 per cento di differenziata, quando oggi siamo a meno della metà. Io penso che non sia così. Il ministro racconta scemenze allarmistiche? Oppure la vostra delibera è un libro dei sogni? Roma rischia di diventare una Napoli al cubo. La Regione deve prevedere scenari plausibili”.
Luca Malcotti (Cuoritaliani) ha posto una serie di domande all’assessore Buschini. In particolare sull’incendio di Roncigliano: “Come mai – ha chiesto – erano presenti dei rifiuti speciali non pericolosi? Per quanto riguarda invece il monitoraggio dell’aria, i dati non ci sembrano credibili. E’ vero, inoltre, che si sta per autorizzare un nuovo invaso della discarica?”. Per quanto riguarda Cupinoro, la discarica di Bracciano, Malcotti ha chiesto informazioni sui tempi della boniifica e sui costi del capping (la copertura). Su Colleferro, infine, il consigliere ha chiesto chiarimenti sul futuro del termovalorizzatore. Irrealistiche, infine, secondo Malcotti le previsioni sulla differenziata , soprattutto a Roma: “Si dovranno, ovviamente verificare gli impegni che il nuovo sindaco Raggi vorrà assumere, ma il raddoppio in tre anni della differenziata non mi sembra possibile”.
Insoddisfatta dalla relazione dell’assessore anche Silvia Blasi (M5s): “Alcuni dati non ci tornano. La delibera 199 della giunta è una fotografia dello status quo. Si prevedono nuove discariche e ampliamenti di quelle esistenti. E’ l’ammissione dell’emergenza che stiamo vivendo. L’unica risposta che date è l’ampliamento delle discariche, contro le norme europee. Per quanto riguarda il compostaggio abbiamo un enorme fabbisogno impianti, intorno alle 350mila tonnellate l’anno. La risposta che dà l’assessore è quella degli impianti biogas e bio metano: una truffa vera e propria. Analoga carenza emerge sugli impianti Tmb. Soprattutto a Roma. Questa delibera è il vero nuovo piano rifiuti della Regione Lazio, ma un piano rifiuti lacunoso e poco innovativo. Infine dobbiamo fare una riflessione sulle società che gestiscono gli impianti, spesso coinvolte in inchieste giudiziarie”.
“Quella di Buschini è stata una relazione onesta e puntuale – ha dichiarato, al contrario,Michele Baldi (Lista Zingaretti) – una relazione che prova a descrivere i problemi e a indicare le soluzioni. Dobbiamo spostare l’ottica, le polemiche non servono a nulla: l’obiettivo che ci dobbiamo dare insieme è quello di “rifiuti zero”. La Commissione europea è già avanti a noi: non parla più di rifiuti ma di economia circolare. E dà quattro direttive: riduzione dei rifiuti generici, no alle discariche, riduzione degli imballaggi, rifiuti elettronici. Chiedo all’assessore di inserire nei programmi della Regione la creazione di una “Banca del riuso”. Noi fra tre anni non avremo più bisogno di nuovi Tmb, ma dobbiamo andare oltre, facciamo in modo che le buone pratiche di alcuni cittadini diventino un progetto politico”.
Per Giuseppe Cangemi (Cuoritaliani) “il Consiglio di oggi doveva parlare di emergenza, nella relazione dell’assessore manca la programmazione, manca una strategia, manca la soluzione dei problemi”. Secondo Cangemi “la questione Roma meritava maggior attenzione. Qual è il ruolo della Regione, in quale rapporto con la città? Oggi la situazione è vergognosa anche nel centro storico e non parliamo della periferia sommersa dai rifiuti. Non possiamo limitarci a dire che le responsabilità sono di Ama e dell’amministrazione comunale. I nuovi siti di smaltimento non possono essere l’unica soluzione. Gli eco distretti, infine: quali sono i tempi di attuazione, con quale rapporto con Ama?”. Cangemi ha parlato poi di Lazioambiente: “Con quella operazione abbiamo salvato 600 lavoratori, oggi non può essere liquidata come fa Buschini”.
Gaia Pernarella (M5s) ha ricordato gli squilibri esistenti nelle province del Lazio, in particolare a Latina, dove “Rida Ambiente ha l’autorizzazione a trattare il doppio dei rifiuti prodotti in quella zona. Il rispetto delle regole non è patrimonio della nostra Regione”. Pernarella ha denunciato anche “la modifica del piano dei rifiuti. Avete autorizzato ampliamenti e modifiche senza il voto del Consiglio regionale, l’unico organo che può modificare il piano stesso. Non servono belle parole, servono risoluzioni serie e impegni precisi”. Infine Pernarella ha ribadito che “le discariche esaurite devono essere bonificate dalle società di gestione. Cosa aspetta la Regione a intervenire come prevede il testo unico ambientale? Siamo in una situazione tragica. La delibera 199 è solo un quadro, una fotografia. L’unica soluzione che date è quella di fare nuove discariche. Altro inquinamento”.
“Un dibattito deludente”, secondo Giancarlo Righini (FdI) che ha parlato di un appuntamento burocratico. “La situazione in cui versano le grandi città – ha dichiarato – va contro le più basilari norme in materia igienico-sanitaria. Parto da Roncigliano, una zona della provincia di Roma dove ci sono stati tanti episodi di inquinamento ambientale. C’è stato anche l’incendio alla centrale biogas di Aprilia, a pochi chilometri di distanza. Il monitoraggio va continuato e il Consiglio regionale deve essere costantemente informato”. Più in generale Righini ha parlato dell’esigenza di “affrontare il maniera più puntuale il tema della raccolta differenziata. La delibera di cui parliamo oggi deve essere l’inizio di un percorso in cui il Consiglio regionale deve essere protagonista, deve essere coinvolto in prima persona. Le province hanno risposto? A che punto siamo? Importante che non si prevedano nuovi impianti di termovalorizzazione, ma bisogna investire in nuove tecnologie, no a nuove discariche, servono incentivi per cittadini e imprese sulla raccolta differenziata, dobbiamo puntare all’obiettivo rifiuti zero. Basta infine con gli impianti biogas senza alcun piano”.
“Fin dall’inizio di questa consiliatura – ha ricordato Enrico Forte (Pd) – abbiamo investito con decisione sulla differenziata. Ora dobbiamo fare un passo in più puntando sull’economia circolare. Il tema centrale è quello del riutilizzo dei materiale. Altrimenti continuiamo a essere schiavi di un modello che non porta a nulla. Continuare a parlare di impianti, di Tmb è una maniera obsoleta di affrontare il tema. Dobbiamo parlare di compostaggio, di impianti per il riuso e la trasformazione. Le discariche devono diventare residuali. Non possiamo avere come centro della nostra iniziativa l’ampliamento di siti altamente inquinanti. Ogni ambito territoriale deve essere autosufficiente. Dobbiamo pretendere che parta la bonifica delle discariche esaurite. Ci stiamo già impegnando su questo, dobbiamo spingerci ancora più avanti. In questa maniera creiamo un nuovo modello, seguendo le direttive dell’Unione europea”.
L’ultimo intervento è stato di Enrico Panunzi (Pd) che si è detto fiducioso dopo “un dibattito serio e produttivo. Questo è un aspetto nevralgico dell’amministrazione. Serve la massima attenzione, in un percorso minato. Se noi prendiamo la produzione dei rifiuti del Lazio abbiamo un trend costante in diminuzione, il 10 per cento in cinque anni, diminuiscono i rifiuti che vanno in discarica, aumenta la differenziata. Questo è il frutto degli investimenti che abbiamo fatto fin dal primo assestamento di bilancio della Giunta Zingaretti. Siamo usciti dalla gestione emergenziale, dal 10 marzo del 2014 tutti i rifiuti sono trattati. Un punto fondamentale: cosa succede se le amministrazioni non rispondono nei 120 giorni previsti dalla Regione? Dobbiamo superare ritardi strutturali. Dobbiamo lavorare tutti insieme per evitare gli ampliamenti delle discariche di cui parlava Buschini. Investiamo sulla circolarità, sulla riduzione degli imballaggi, sul riuso. Andiamo davvero verso rifiuti zero”.
Nella sua replica l’assessore Mauro Buschini ha risposto ad alcune questioni poste nel dibattito. “La delibera sul fabbisogno, la 199 – ha ricordato – non era all’ordine del giorno oggi: ovviamente arriverà in Consiglio, dopo la valutazione ambientale strategica, sarà discussa e votata dall’aula. Non è vero che l’unica idea che ha questa amministrazione siano le discariche. Mai detto questo. Ma gli impianti di servizio servono comunque. L’analisi del fabbisogno ci dice che non abbiamo bisogno di altri impianti di Tmb, non ci servono ulteriori termovalorizzatori, ci servono impianti di servizio. Abbiamo chiesto alle province di individuarli, se non risponderanno useremo tutti gli strumenti previsti dalla legge. Servirà comunque una soluzione ponte, utilizzando gli impianti attualmente in esercizio. In tre anni, con una programmazione seria possiamo uscire dalla precarietà. Bisogna uniformare il piano energetico al piano rifiuti, in questa maniera risolveremo la questione del biogas. Per quanto riguarda l’incendio dell’impianto di Roncigliano: non ci sono stati ritardi. C’è stato un monitoraggio completo, sull’aria e sull’acqua. Non ci sono stati sforamenti rispetto ai limiti di legge. Sui fondi della differenziata: non solo chiediamo la rendicontazione alle amministrazioni che ne usufruiscono, ma andiamo anche a fare controlli a campione direttamente. Quanto tal quale va fuori Regione? Zero”.
Buschini ha concluso il suo intervento su Roma: “Uno dei principali problemi della città è la raccolta dei rifiuti. Questo è il periodo peggiore. Iniziano ad arrivare i turisti e i romani non sono ancora partiti per le ferie. Ovviamente c’è un problema: mercoledì incontrerò il nuovo assessore capitolino per capire meglio quali sono i loro programmi e le iniziative che vogliono prendere sugli ecodistretti e gli altri impianti”.