“E’ iniziata oggi in consiglio regionale la discussione sulle proposte di legge di stabilità 2022 e bilancio di previsione 2022 – 2024. Purtroppo, dopo ben nove anni di governo Zingaretti, ci troviamo di fronte all’incapacità di mettere in campo qualsivoglia forma di programmazione in qualsiasi settore, dalla sanità al turismo, passando per l’economia, il sostegno alle imprese, la riduzione della pressione fiscale. Le lancette di questa regione sono ferme al 2013 condannando i nostri territori, le nostre comunità a morire di inerzia e mancanza di scelte. Da nessuna parte leggiamo che “siamo pronti al rilancio, alla ripresa”. Si parla di resilienza ma non si fa quello che la politica in primis, e le istituzioni che ha l’onore di rappresentare di conseguenza, dovrebbe fare: iniettare la speranza, consolidarla in azioni realizzabili con cronoprogramma preciso a breve, medio e lungo termine. Non c’è una linea programmatica chiara coniugata nelle relative misure e risorse da mettere in campo per dare una chance di sviluppo ai nostri territori. Non si sono neanche preoccupati di citare in questi documenti le opere prioritarie per lo sviluppo della nostra regione, come la Pedemontana di Formia e la Roma – Latina, che ogni anno, dal 2013, vengono inserite solo grazie alla battaglia che come Forza Italia e opposizione portiamo avanti. Per contrastare la dilagante disoccupazione e aumento della soglia di povertà dei nostri cittadini non si fa nulla. Ci si limita a prendere atto dello stato dell’arte, non si offre un solo cenno alla ripresa dimostrando come Zingaretti e i suoi abbiano optato per la via più semplice, quella della resa incondizionata. Atteggiamento che, purtroppo, continueranno a pagare a caro prezzo solo i nostri cittadini alle prese con un costo della vita in costante rialzo, con una disoccupazione che morde la sopravvivenza delle famiglie e che logora la dignità di ogni singolo individuo. Stante la situazione tutti ci aspettavamo uno scatto di orgoglio e responsabilità che deve passare, obbligatoriamente, dal taglio delle tasse e delle aliquote Irpef e Irap che restano, nel Lazio, le più alte d’Italia. Anche questa volta la delusione è stata totale. Da nessuna parte c’è anche un solo accenno a riduzioni mentre leggiamo che “il Fondo per la riduzione per la pressione fiscale” passa dai 344 milioni del 2020 ai 130 milioni per il 2021. Sulla sanità si prosegue sul percorso tracciato sinora il che si traduce in liste di attesa che erano e resteranno ingestibili e lunghissime costringendo i cittadini a muoversi in altre regioni pur di ottenere le prestazioni di cui necessitano. Significa che la rete di assistenza territoriale resterà solo un colabrodo con tante aspirazioni tutte non realizzate. Chi governa questa regione non si è accorto che i nostri cittadini, che le persone che vivono nella quotidianità che esiste fuori dalle luci della ribalta sono alle prese con una delle crisi più cocenti dal dopoguerra. Sono loro che continuano a fare i conti con un paesaggio di macerie fumanti in cui tutto il sistema che è stato infiocchettato per quasi nove anni è franato a causa dell’incapacità di evitare l’acuirsi della crisi economica, la perdita di posti di lavoro, l’impossibilità di avere risorse adeguate per arrivare a fine mese e riconquistare quell’agognata normalità ormai del tutto fuori da qualsiasi radar”.
Lo dichiara in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone
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