“Si faranno male. Pensavamo di restare isolati: non una voce dalla regione; non una sillaba dal resto dell’opposizione; zitti pure i grillini. Eppure le indagini su Astral, la società delle strade del Lazio, potrebbero approdare ad una svolta se la magistratura di Rieti dovesse dare peso a quanto verificato finora da tributaria e carabinieri. I fatti abbiamo cominciato a riassumerli lo scorso 20 gennaio con un articolo intitolato non a caso “Cavallette”; li abbiamo sintetizzati in una dettagliata interrogazione il 27 gennaio che abbiamo illustrato nell’aula della Pisana il 1 febbraio, ascoltando la risposta assolutamente inadeguata dell’assessore Refrigeri. Il contesto è quello di un appaltone stradale dell’Astral per circa 50 milioni di euro, una dozzina di lotti e appena dieci ditte sostanzialmente in gara. Tra queste l’ormai nota Dsba, già censurata da una gara capitolina dall’Anac, l’autorità anticorruzione. Ieri abbiamo letto su Repubblica che su questa storia si sta andando a fondo e oggi ne chiederemo conto di nuovo all’assessore Refrigeri, che verrà alla Pisana per i lavori della commissione terremoto. Già, perché i fatti riguardano il sisma, la recente ondata di neve e l’imperizia nella sorveglianza e nella manutenzione. Oltre che qualche questioncina legata alla trasparenza. Siamo in possesso del capitolato di gara predisposto dall’Astral e ci sono diverse anomalie di cui non si è tenuto conto. Sembra persino che si sia scientemente reso difficilissime le procedure per la rescissione del contratto in essere con chi non aveva nemmeno turbine a disposizione, procurando gravi ritardi nelle operazioni di soccorso. Stiamo per depositare una dettagliata denuncia. Bisognerà capire perché ci sono ditte che lavorano tantissimo, a partire dalle cosiddette somme urgenze, e altre che non lavorano mai. Occorrerà spiegare il tipo di gara scelta volta per volta, incluse le modalità di aggiudicazione. La sensazione prevalente – ma ci auguriamo che possa chiarirlo un’inchiesta seria e approfondita – è quella di favoritismi inaccettabili. Facevamo riferimento all’Anac di Cantone: perché l’azienda regionale, l’Astral di Zingaretti, può permettersi di non lavorare insieme a chi combatte la corruzione per legge? È vero o no che ci sono collegamenti tra Dsba e un’altra società, costituita tra parenti? E’ vero che ci sono precedenti specifici su gare in varie amministrazioni che hanno destato la protesta di altre aziende concorrenti? Il cerchio potrebbe stringersi molto presto, se le notizie in nostro possesso hanno un fondamento. E sicuramente non intendiamo assistere passivamente al rischio di un uso opaco del denaro pubblico. Se l’Astral risulterà aver fatto il suo dovere, festeggeremo. Ma vogliamo essere certi che nessuno abbia favorito, per di più approfittando del terremoto e della neve, gli amici degli amici. Ora il Giornale d’Italia non è più isolato in questa battaglia di trasparenza. E ci auguriamo che anche gli altri settori dell’opposizione vogliano associarsi ad un’iniziativa di moralità e per la concorrenza leale nei lavori pubblici. Il silenzio, alla lunga, diventa complice”. Lo scrive, lo riferisce una nota, su Il Giornale d’Italia il vicepresidente de Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace, presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità.