Stasera salvo sorprese Matteo Renzi porterà a casa anche il voto finale sull’Italicum, la riforma elettorale. Il capo del governo è inoltre reduce da un full immersion a Milano – tra Expo, Turandot alla Scala e visita questa mattina in piazza Affari, sede della Borsa. L’intero ponte del primo maggio nel quale ha anche indirettamente beneficiato delle devastazioni dei black bloc, un boomerang per i violenti e anche per i manifestanti più pacifici: prima palazzo Chigi li ha definiti “vigliacchi“, poi il premier personalmente ha scelto di chiamarli “teppistelli figli di papà“, applicando la regola di sminuire e ridicolizzare le minacce. Forse a Milano molti avrebbero voluto una reazione governativa più ferma, in ogni caso la sensazione è che la violenza di strada abbia portato solidarietà alle forze dell’ordine, simpatia per l’Expo, ammirazione per i milanesi e magari anche qualche apprezzamento per la figura di Renzi che da mesi sfrutta l’evento dell’esposizione e la sua ricaduta mediatica. Se però Renzi continua a guadagnare potere – e con l’Italicum ne avrà molto di più – il suo governo appare impantanato quanto a popolarità. Questo almeno dicono gli ultimi sondaggi, che vedono la fiducia nell’esecutivo in calo sotto al 30%, largamente inferiore ai voti virtuali che otterrebbe il Pd (35-37%), e al consenso nello stesso Renzi (36%).