“Non vedo un problema di tenuta costituzionale nella nuova legge sulla responsabilità civile né mi pare tocchi l’indipendenza della magistratura“. E’ la posizione del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli. Nessun rischio, quindi, che la legge non venga promulgata? “Ci sarà senz’altro un esame attento. In astratto, il Capo dello Stato può bloccare una legge, ma deve esserci un’evidente incostituzionalità. In alcuni precedenti remoti e’ avvenuto anche per motivi di opportunità“. “Questa legge – osserva il giurista – è una delle opzioni possibili in materia e, va detto, non modifica radicalmente la Vassalli, mantiene molto della struttura della precedente normativa in tema di responsabilità. Direi che presenta variazioni significative, ma non ‘devastanti’. L’azione e’ sempre nei confronti dello Stato e perciò indiretta, e investe la responsabilità per dolo e colpa grave di chi opera in nome dello Stato. E’ giusto che ci sia una responsabilità in questi casi gravi, eccezionali e straordinari: ossia il dolo, che implica una volontà di compiere un atto illegittimo – e in quest’ambito è rarissimo; e la negligenza macroscopica, incontrovertibile. Lo Stato si rivale sul magistrato, ma parzialmente e con garanzie per i giudici: sono rischi professionali fronteggiabili“. Quanto al filtro, “quando c’era, era pur sempre un momento processuale affidato alla magistratura. Ora che è stato tolto, il giudizio è ugualmente affidato alla magistratura, che potrà valutare eventuali cause infondate o temerarie: ci sono gli strumenti processuali per colpire. Il filtro era un’opzione legittima, ma non e’ fuori quadro un giudizio senza il filtro. Il problema è più di modelli processuali, che di costituzionalità“.
“La responsabilità civile – sottolinea Mirabelli – non deve essere uno strumento di pressione indiretta, ma nei termini in cui è stata disciplinata, mi pare non si corra questo pericolo. Del resto la stessa magistratura, che fa, giustamente, le proprie contestazioni perché, attraverso l’Anm, esprime valutazioni della categoria, non ha proclamato lo sciopero. Si vedrà nell’applicazione se ci sono correttivi da fare. Questa stessa legge, in fondo, è’ una correzione alla legge precedente. La verifica permetterà di osservare se il funzionamento della norma si presti davvero ad azioni di pressione. Ma non drammatizzerei questo aspetto. Ci sono altri fronti su cui occorre davvero il concorde impegno di tutti gli attori, come la corruzione e la funzionalità della macchina della giustizia“.