La Regione Lazio, con la determina n. G07509 del 11 giugno scorso, ha evitato il commissariamento del settore rifiuti indicando a Rida Ambiente le discariche dove poter sversare i propri scarti di lavorazione, individuandole negli invasi di Colleferro e Civitavecchia.
La delibera presenta tuttavia diversi punti da chiarire. A parte nodi tecnici sul valore degli indici respirometrici da dover rispettare, a mancare è anche l’indicazione della tariffa in ingresso che dovrebbe essere applicata a Rida Ambiente.
“Quella dell’indice respirometrico, nonostante la chiarezza della legge nazionale ed europea – spiega Fabio Altissimi, patron di Rida Ambiente – non è una questione da poco. La Regione Lazio non ha indicato quali sono i limiti dell’indice respirometrico del rifiuto che si può abbancare presso la discarica di Creapcuore e questo rende complicato il dialogo tra noi gestori di stabilimenti e chi gestisce le discariche ma soprattutto ostacola il confronto con gli enti di controllo. Chiarezza in tal senso permetterebbe invece maggiore facilità di controllo e snellimento delle procedure per l’intero sistema”.
Il dubbio cruciale rimane comunque quello delle quantità conferibili: da una parte infatti la discarica di Colleferro non è immediatamente utilizzabile (perché ha al suo interno degli elettrodotti che devono essere spostati prima di nuovi conferimenti); dall’altra quella di Crepacuore prevede in una prescrizione dell’Aia n.G07603 del 19/06/2015, un limite al conferimento di scarti del trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Ato diversi da quelli di Roma pari al 10% della capacità totale degli invasi.
“Vorremmo capire – sottolinea Altissimi – se questo limite vale anche per noi che in parte trattiamo rifiuti romani o comunque quale mole di scarti di lavorazione potremmo conferire. Non ci resta che attendere fiduciosi questi chiarimenti. Finalmente qualcosa si è mosso e di questo siamo felici. Ora speriamo solo di riuscire a contribuire ad alleviare la crisi romana, visto che abbiamo la capacità tecnica di lavorare circa 150 mila tonnellate all’anno in più rispetto a quanto fatto finora. In questo modo non solo potremmo ridurre i disagi dei cittadini romani ma anche le spese che questi sostengono per trasportare i propri rifiuti fuori regione. Stiamo parlando di una mole di rifiuti importante, circa 15 volte quella che Roma Capitale, con uno sforzo enorme anche economico, oggi riesce ad allocare in Puglia. Ora serve unire le forze e per questo facciamo appello al senso di responsabilità di tutti, Comune di Roma e Regione Lazio in primis, senza dimenticare i gestori delle discariche e degli altri impianti. Se si viaggia all’unisono questa emergenza è davvero superabile, ma questo si deve volere sul serio ”.