Per Cusani, “la impietosa censura operata dal Tar, giunge provvidenziale altresì a fermare l’infelice iniziativa del Ministro all’Ambiente, che -sulla scorta di un Piano ormai carta straccia- ha ordito nei malcelati modi imperativi, un’azione riparatoria destinata a sortire gli stessi effetti del Piano, scontandone il medesimo peccato originale“.
«Dall’incapacità di programmare, pianificare ed organizzare della regione Lazio si passa al caos più totale. A nulla è valso, come prevedibile – sottolinea Cusani – l’intento riparatore del Ministro e del suo Decreto fresco di pubblicazione, atteso che proprio in queste ore il Tar del Lazio Sez. Prima ter, ha pubblicato la sentenza n. 121/2013 con la quale ha perentoriamente cassato, annullandolo, il piano di gestione dei rifiuti del Lazio. Come sostenuto dal ricorso principale dei Verdi, supportato dall’intervento, e da autonomo ricorso della Provincia di Latina, i Magistrati del Tribunale amministrativo hanno accolto le doglianze argomentate dalla Associazione ambientalista e le puntuali ed articolate censure proposte dalla Provincia di Latina, ponendo nel nulla la pianificazione regionale, vieppiù imponendo ‘alla Regione Lazio di istruire adeguatamente il nuovo procedimento e motivare congruamente le proprie scelte, tenendo conto di tutti gli elementi di valutazione a disposizione e, quindi, anche dei profili evidenziati dalla Provincia di Latina‘».
La sentenza, per Cusani, «evidenzia la carenza pianificatoria e programmatoria del Piano regionale, il quale, oltre a non rispondere alle esigenze del territorio, come è palesemente evidente dallo stato emergenziale che si sta vivendo, non ossequia la normativa -come rilavato nelle 51 pagine della sentenza-, né tantomeno i principi di matrice comunitaria, costatici una salata condanna».