“Nei settimane in cui la questione dei roghi tossici continua a dominare la scena negli insediamenti nomadi della Capitale, da via Salviati a La Barbuta, balza agli onori delle cronache mediatiche il recente bando con il quale Ama ha deciso di ricorrere a ditte esterne per il servizio di raccolta e trasporto giornaliero dei rifiuti solidi urbani, prodotti in undici campi nomadi del territorio di Roma Capitale, e per interventi di bonifica all’interno ed all’esterno degli stessi, per un periodo di 24 mesi. L’appalto ha un importo massimo presunto di 600mila euro, che chiaramente saranno pagati dai già bistrattati cittadini romani, anche da quelli che sistematicamente respirano i fumi tossici provenienti dai campi nomadi. Una contraddizione, un beffa simbolica, conseguenza anche dell’incapacità istituzionale di risolvere una questione sociale, tra le più pesanti dell’Urbe Eterna. Senza considerare che i nomadi, residenti nei villaggi attrezzati, non pagano nemmeno la Tassa sui Rifiuti. È chiaro ed evidente che un servizio di raccolta e una pulizia delle discariche a cielo aperto è alquanto doverosa, sia in ottica di un risanamento igienico-ambientale dei perimetri dei campi sia, soprattutto, come forma di prevenzione contro eventuali incendi tossici. Ma il bando Ama, oltre a dimostrare che la municipalizzata non è in grado con i propri mezzi di assicurare un servizio dignitoso all’interno dei campi, è il risultato indiretto delle manchevoli politiche capitoline sulla questione rom, basate sempre e solo su atti emergenziali, anziché su provvedimenti ad ampio respiro. I roghi di Tor Sapienza e de La Barbuta, l’ultimo appena di una manciata di giorni fa, testimoniano invece che la progressiva dismissione dei campi rom è una priorità amministrativa improcrastinabile. E il tempo dei finti buonismi, tanto caro al centrosinistra, ha fatto ormai il suo corso”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Ambiente, Adriano Palozzi.
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